I principi di Chivu e la pazienza messa a dura prova

Nessuno conosce il futuro ma di sicuro quella che ci apprestiamo a vedere quest'anno è un Inter paradossalmente inedita. Lo è perché gli interpreti sono gli stessi ma i principi di gioco saranno diversi.
Parlo del termine "principio" perché Chivu in conferenza stampa lunedì e anche a giugno, aveva sottolineato molto questo aspetto. Lo aveva fatto anche quando lo avevo intervistato in passato in altre tre occasioni, ma pensavo fosse solo una modalità per non intervenire troppo nei dettagli, quando ad esempio gli chiedevo se fosse possibile giocare un 3 5 2 diverso da quello messo in scena da Inzaghi. Lui usava questo termine per parlare delle linee guida di un gruppo, della cultura del gioco alla quale solo dopo si applica un modulo, che può variare a seconda dell'avversario.
Quel tipo di vocazione l'ha presa sul serio e ora sta iniziando a trasferirla alla sua Inter.
L’eclettismo è una delle armi a disposizione ma qui c’è un allenatore a cui viene chiesto più o meno sempre della tattica e lui risponde che al di sopra c’è la strategia.
E’ un tipo di differenza che da fuori non viene colta facilmente, forse perché non ancora vista con continuità, perché Chivu è pur sempre un tecnico nuovo e non verificato e le sue parole hanno la necessità di essere messe in pratica.
Dice però cose giuste e promettenti. Lunedì stentava a non far esplodere il suo entusiasmo. Prima della conferenza stampa, nel momento in cui si era seduto, osservava i giornalisti, salutava, contraccambiava ed era naturalmente felice. Appena si sono accese le telecamere la sua comunicativa si è immediatamente abbottonata, lo sguardo è rimasto composto, le parole scelte con cura, sotto la vigilanza di Marotta.
Stimo molto Christian Chivu, ma dipende tanto da come il gruppo, tutt’altro che facile come i recenti fatti dimostrano, saprà intercettare un approccio diverso al lavoro.
Per quanto riguarda la campagna acquisti è necessario avere grande perseveranza da parte della dirigenza. Se è vero che la pazienza è amara ma il suo frutto è dolce i tifosi la perdono facilmente: “salta Lookman, lo sapevo! Arriva Nico Gonzales, ma siamo matti?”
a furia di leggere ricostruzioni, notizie che ricalcano le precedenti, novità a metà, indiscrezioni, colpi di scena, movimenti ufficiali eccetera, senza essere nelle segrete stanze e poter vigilare sulla bontà delle mosse.
Percassi intanto sembra aver ascoltato le parole di Marotta, quando in conferenza diceva che la vicenda in un modo o nell’altro si sarebbe chiusa in settimana. L’amministratore delegato bergamasco ha replicato ieri: “Ademola è da qualche tempo che manifesta il suo desiderio di andare via. Valuteremo con grande serenità, però i tempi e i valori di uscita dell’Atalanta li decide solo l’Atalanta”.
Una frase interpretabile anche così: il giocatore vuole andare via, ieri abbiamo avuto una prima offerta (ma non era già stata formulata a 40 milioni la scorsa settimana?).
Se l’Inter si aspetta di chiudere la questione in settimana sappia che i nostri tempi sono diversi. Sembra più un’apertura.
Si è innescata la vicenda Bisseck, con l’offerta di 32 milioni del Crystal Palace, ma è condivisibile la scelta di cederlo solo per 40 milioni.
Asllani, messo fuori dal progetto, sta giocando la sua partita per andare in prestito in una squadra italiana. Ha rifiutato diverse offerte dall’estero e anche su questo punto la dirigenza deve mantenere la calma.
Oggi scade la clausola di Dumfries. Il ragionamento sulla sua permanenza perciò lo faremo solo (scaramanticamente) a disposizione effettivamente conclusa.
Leoni è un obiettivo ancora sfuocato, fino a quando non saranno effettive atre cessioni.
In tutto questo la dirigenza sa di dover dare qualche colpo e aspettare di vedere se succede qualcosa. Ad oggi il club ha speso 70 milioni e ne ha incassati 25. Se ha davvero 100 milioni netti da spendere su indicazione di Oaktree, deve stare attenta a restare nei paletti. Il Campionato inizia tra 23 giorni ma il calcio mercato proseguirà fino al 1° settembre.
Devono ancora succederne di cose.

Testata giornalistica Aut.Trib.di Milano n.160 del 27/07/2021
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