Rumenigge: "Superlega? La notte dell'annuncio ero preoccupato. Non ho più parlato con Agnelli"
La Superlega continua ad essere uno dei temi più discussi nel mondo del calcio e ai microfoni della Gazzetta dello Sport è arrivato il commento di Karl-Heinze Rummenigge, ex giocatore dell'Inter: "Preoccupato? Ora no. Lo ero la notte in cui hanno annunciato la Superlega. Erano dodici, avevano cercato di convincere invano noi e altri, erano alla rottura. Ho pensato: “E se fanno davvero la rivoluzione? Sarebbe il caos”. In due giorni la bolla è scoppiata. Ero allo stadio per il Bayern e Ceferin ogni cinque minuti mi mandava sms per dire: s’è ritirato il Chelsea, il Liverpool, il City… Era finita".
Cosa significa Superlega?
"La parola dice tutto. C’è “super” dentro: vuole essere superiore a tutto. Ai campionati, alla Champions, al calcio. Che idea…".
Sorpreso da Agnelli?
"Non sono più riuscito a parlare con Andrea dalla domenica in cui ha staccato il cellulare. Giravano voci, non veniva a Montreux e non rispondeva. Credo non abbia avuto il coraggio di dire cosa stava facendo. Capisco che il coronavirus abbia forzato i club ad accelerare, qualcuno voleva soldi freschi, ma quella presentazione non è stata professionale. Lui non lo capisco e mi spiace umanamente. Era presidente Eca, era nell’Esecutivo Uefa, era presidente di una Juve tra i cinque top club. Ha perso tutto. Anche l’immagine. Andavamo d’accordo, ma, quando gli dicevo che il calcio non è solo economia, non la pensava come me".
Se la Superlega esistesse?
"La Serie A diventerebbe la Serie B e la Bundesliga la seconda divisione. Tornei poveri. E tutto questo sa perché? Per danneggiare la Premier che incassa di più semplicemente perché è più brava. Soprattutto le spagnole: volevano danneggiarla e si sono inventate questo torneo, l’unico che conterebbe. Addio Juve-Cagliari, addio Bayern-Bielefeld".
Che cosa è rimasto della Superlega?
"Due spagnole. La Juve è fuori, almeno così mi sembra. Florentino forse dovevamo capirlo meglio, lui ha una visione soprattutto economica".
E se la Corte autorizzasse in tutto la Superlega?
"Non andrebbe lontano. Trent’anni fa il sistema avrebbe abbracciato la novità, ora è diverso. Inglesi, tedesche e francesi non parteciperebbero mai. Credo anche le italiane e le spagnole, a meno che non esista qualche presidente che pensa di andare a letto e svegliarsi l’indomani in mezzo all’oro. Potrebbero farsi il torneo Real e Barcellona…".
Testata giornalistica Aut.Trib.di Milano n.160 del 27/07/2021
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