Pippo Inzaghi: "Sento spesso mio fratello, dopo due finali di Champions in tre anni forse era giusto cambiare"

Pippo Inzaghi: "Sento spesso mio fratello, dopo due finali di Champions in tre anni forse era giusto cambiare"TUTTOmercatoWEB.com
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Oggi alle 11:30News
di Marta Bonfiglio

Intervenuto al quotidiano La Repubblica, l'allenatore del Palermo Filippo Inzaghi ha parlato di diversi temi tra cui la lotta scudetto di Serie A, la Nazionale azzurra e la decisione di andar via dall'Italia di Simone Inzaghi. Le sue parole: "Juventus e Milan sono costrette a lottare per lo scudetto, al pari di Napoli, Inter e Roma. Sarà un campionato equilibrato, il Milan magari senza Champions può avere un vantaggio. La differenza la fanno la continuità e il gruppo. Chi ha più voglia vince, sempre".

Il suo ex compagno Gattuso è l'uomo giusto per la Nazionale?

"Rino è un amico e una garanzia. È uno che non tradisce mai il suo modo di essere: diretto, passionale, autentico. Lo conosco da venticinque anni e posso dire che anche da allenatore resta lo stesso di quando giocava: pretende tanto perché è il primo a dare tutto. La Nazionale aveva bisogno di un condottiero così, capace di trasmettere appartenenza e sacrificio. Sono convinto che con lui i ragazzi daranno sempre il cento per cento".

C'è mai stata una competizione in panchina con suo fratello? Come giudica la decisione di andare via dall'Italia? 

"Competizione mai, confronto sempre. Con Simone ci sentiamo spesso, ci scambiamo idee e consigli. Abbiamo un modo simile di vivere il calcio: passione, serietà, lavoro quotidiano. La sua scelta di andare all'estero è coraggiosa e lo stimo per questo. Il confronto con altri campionati arricchisce: ti apre la mente, ti costringe a migliorare. Simone è uno dei migliori allenatori italiani e farà bene ovunque. Penso che dopo due finali di Champions in tre anni, un capolavoro, forse era giusto cambiare".