Paolillo: "Superlega, c'era fretta di sistemare i conti. Mi sorprende la scarsa adesione"

Paolillo: "Superlega, c'era fretta di sistemare i conti. Mi sorprende la scarsa adesione"
© foto di Federico Gaetano
lunedì 19 aprile 2021, 14:33News
di Alessandra Stefanelli

Intervistato da TeleRadioStereo, l'ex dirigente dell'Inter Ernesto Paolillo si concentra su alcuni dei temi del momento, dall'esonero di José Mourinho alla neonata Superlega: "Mourinho? Mi dispiace, è un grande professionista - ha esordito -, per lui auspico un progetto che lo coinvolga in prima persona, che parta da lui e che lo possa mettere nelle condizioni di esprimere tutto il suo talento.

Si passa poi a parlare della Superlega: "Innanzitutto era nell'aria già da tempo, Agnelli ne aveva già ampiamente parlato, sono rimasto sorpreso dal fatto che solo 12 club abbiano aderito, sono molto pochi. Pensate a un campionato formato da soli 12 club, sarebbe decisamente molto povero soprattutto per ciò che riguarda la competitività. Avrebbe poco appeal, credo che anche chi l'ha pensata sia rimasto un po' sorpreso. Ma questo è un segnale molto chiaro: i grandi club per poter essere super competitivi, offrire grande spettacolo e prendere grandi calciatori hanno bisogno di molta liquidità. Non basta piu, purtroppo, gli introiti generati dal campionato nazionale o dalla partecipazione alla Champions. Quindi i casi sono due: o nasce un campionato europeo magari organizzato dalla Uefa, molto più grande ed esteso, e questa può essere una cosa positiva, oppure si creerà una spaccatura tra grandi e piccoli club. È evidente però che i grandi club non possono staccarsi dal campionato nazionale, perché questo vorrebbe dire far morire di asfissia il 50'% delle squadre dei campionati, e a cascata anche le serie minori, compresi i settori giovanili. L'alternativa potrebbe essere la nascita di un campionato europeo che permetta tutti gli anni di inserire chi ha vinto il campionato nazionale al posto di chi ha partecipato alla Superlega ottenendo scarsi risultati. Mettiamo che partecipino 4 squadre italiane: le due che si sono peggio comportante vengono sostituite dalla prima e dalla seconda del campionato nazionale. Senza questo sistema sarebbe un disastro.

Sul possibile accordo con la UEFA: "lo devono trovare altrimenti anche le 12 squadre non attireranno più campioni, perché molti di loro vogliono stare in un grande club anche per raggiungere la Nazionale, e vedrebbero diminuire il loro valore non partecipando ai Mondiali, Europei, etc. Dunque devono trovare un punto di equilibrio, oppure un campionato europeo organizzato dalla Uefa, diverso dalla Champions ovviamente, più largo. Mi spiace essere così crudo, ma la fretta di sistemare i conti, perché i conti di questi grandi club ormai non reggono praticamente più".

Sul FFP: "Quando lo abbiamo ideato era qualcosa di nettamente diverso, e mi rendo conto che si è perso un po' per strada per cercare di salvare alcuni club storici e non penalizzarli troppo. Ma è stato un male, perché troppe sono state le deroghe, e pochi si sono comportati in maniera virtuosa, ad esempio le squadre tedesche, perché le altre hanno sempre cercato di inventarsi escamotage. In questo momento di crisi e stadi vuoti per covid è impensabile stringere le reti e fare norme più pressanti. Ddesso bisogna che la Uefa si decida a contribuire di più con le federazioni per cercare di salvare le squadre riaprendo gli stadi quando si potrà, e poi si potrà tornare a ragionare. Se alle squadre togliamo gli spettatori, gli sponsor e i diritti televisivi il sistema poi rischia il collasso".