Niente fischietti anti Lukaku, ma è giallo sul dietrofront: come si è arrivati allo stop
La Gazzetta dello Sport approfondisce il caso fischietti in seguito allo stop imposto dalla Questura che ha fatto saltare la protesta degli ultras nerazzurri per il ritorno di Lukaku. La scelta è stata motivata da ragioni di ordine pubblico, ma i tifosi contestano. E spunta il giallo della "mossa" giallorossa dopo il primo sì. "Ieri in mattinata si era infatti riunito il Gos, Gruppo Operativo di Sicurezza con, tra gli altri, un funzionario di polizia nominato dal questore, gli addetti alla sicurezza dei due club e i rispettivi Slo (Supporter Liaison Officer), ovvero i dirigenti che hanno il compito di tenere il contatto con la tifoseria organizzata. In quel contesto è stata richiesta una foto dei fischietti della discordia per verificare con non fossero di ferro e quindi potenzialmente pericolosi: erano di plastica, colore nero, con tanto di cordino da legare al collo.
Retromarcia dopo la Pec?
A quel punto, informalmente, è stato dato un ok all’iniziativa e i 30mila oggetti sono stati scaricati, giusto dietro la curva nord nerazzurra per organizzare la distribuzione prima della partita. La Roma sostiene ufficialmente di non aver fatto passi ufficiali per fare cambiare la decisione. Fonti istituzionali, invece, sostengono che nel pomeriggio sarebbe arrivata una Pec giallorossa alle prefetture e alle questure di Roma e Milano con in copia gli ufficiali Figc e la procura federale. Si sarebbe fatto riferimento, tra le altre cose, a un passaggio dell’articolo 62 delle norme interne federali sulla tutela dell’ordine pubblico, in base al quale vanno presi "tutti i provvedimenti idonei ad impedire che lo svolgimento della gara sia disturbato dal suono di strumenti che rechino molestia".
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