Materazzi: "Inter, per me una questione di vita o di morte. In nerazzurro ho vinto tutto"

Materazzi: "Inter, per me una questione di vita o di morte. In nerazzurro ho vinto tutto"TUTTOmercatoWEB.com
© foto di Matteo Gribaudi/Image Sport
sabato 19 agosto 2023, 13:29News
di Yvonne Alessandro

Lettera a cuore aperto di Marco Materazzi a tutto l'ambiente Inter. Nel giorno del suo 50esimo compleanno, Matrix ha riesumato ricordi inossidabili in maglia nerazzurra e quello scudetto vinto a Siena per merito suo. Queste le sue parole - riprese dal sito del club -:

"Quando mi chiedono quanto pesasse il pallone del rigore calciato ai Mondiali o quello dello Scudetto a Siena, rispondo sempre così: io ho sempre vissuto portandone con me due, di palloni. Sotto un braccio avevo il Super Tele, quello della leggerezza e della spensieratezza, quello dei primi calci e delle traiettorie imprevedibili. Sotto l’altro braccio quello di cuoio, pesante: quello da adulto, delle responsabilità che ho imparato a prendermi. Andavo al campo a vedere le partite dei più grandi, facevo anche il guardalinee pur di stare lì, vicino all’azione. Ogni pallone calciato è stato un mix di tutte quelle cose.

Siena, 2007. Avevo detto a mia moglie e ai miei figli: "Tranquilli, vi riporto lo Scudetto". Mi vengono i brividi quando rivedo l’esultanza dopo il primo gol, quell’abbraccio con il mio amico Dejan. Lui, però, il mio rigore (battuto due volte) non lo ha guardato. Ma non lo avrei sbagliato: lì doveva iniziare il nostro percorso.

2009/2010. Sapete qual è stata la svolta, in quella stagione? La sconfitta per 3-1 a Catania. Dovevamo andare a Londra per Chelsea-Inter, sapevamo che poteva finire tutto nel giro di qualche giorno. E invece... A Barcellona ho rotto la panchina, ma giuro, non l'ho fatto apposta. Ho visto Messi accentrarsi, andare sul sinistro, far partire quel tiro: Julio è scattato come una molla, e io pure. Ho fatto un salto e dato una botta involontaria così forte... A Madrid volevo si chiudesse il cerchio, era come se il giro sulle montagne russe dovesse finire con l’evoluzione più bella. Mi chiedono sempre tutti di quella finta di Milito: è semplice, Diego aveva quell’uncino... tu sapevi che ti avrebbe puntato e te l’avrebbe fatto, ma non gliela prendevi mai. 

Ho vinto il Mondiale, che per me vale come 10 trofei. E con l’Inter ho vinto tutto. Ma il segreto è stato proprio quello di non accontentarmi".