Anno 2021 - Le prime critiche a Inzaghi. Che ha smentito tutti con i fatti

Oggi la sua Inter somiglia sempre più a un giocattolo perfetto, unisce effervescenza di gioco al retaggio contiano fatto di concretezza ed efficacia. Eppure le critiche non hanno risparmiato nemmeno Simone Inzaghi, a dispetto delle mille attenuanti che hanno accompagnato il suo arrivo a Milano: la rivoluzione estiva e gli addii illustri dei due assoluti trascinatori del diciannovesimo Scudetto (più Eriksen), ma anche il normale rodaggio da accordare a qualunque allenatore, specie a chi è chiamato a raccogliere un'eredità pesante come quella di Conte.

I primi scricchiolii dopo l'Atalanta
È bene precisare che il clima attorno al tecnico, riavvolgendo il nastro, è sempre stato piuttosto benevolo e comprensivo. Com'è giusto che sia. È altrettanto innegabile, però, che qualche malumore dopo i passi falsi a cavallo tra settembre e ottobre fosse emerso: il pari rocambolesco con l'Atalanta, poi lo zero a zero scialbo di Kiev che sembrava poter complicare in maniera quasi esiziale il cammino europeo dei nerazzurri, ma soprattutto la sconfitta contro la "sua" Lazio, la sola incassata dall'Inter in questo campionato.

La svolta dopo Milan e Napoli
Il distico contro Milan e Napoli è stato in questo senso fondamentale, ha impresso una svolta alla marcia in campionato e in Champions dei nerazzurri, e di conseguenza ai giudizi sulla gestione di Inzaghi. Che ha iniziato a raccogliere i dividendi di un dosaggio delle energie sempre lucido, assennato. Simone ha impiegato e responsabilizzato tutti, con qualche ovvia e inevitabile eccezione (Kolarov, tra gli altri). Nella sua Inter tutti sono importanti: non una constatazione astratta e priva di fondamento, ma una solida realtà che ha consentito all'Inter di chiudere il 2021 in vetta alla classifica di Serie A e, soprattutto, agli ottavi di Champions League.