Gad Lerner: "Superiorità netta in Italia. Simbolo? Dopo Lukaku dico Skriniar"

Gad Lerner: "Superiorità netta in Italia. Simbolo? Dopo Lukaku dico Skriniar"TUTTOmercatoWEB.com
lunedì 3 maggio 2021, 15:18News
di Alessio Del Lungo

Da grande tifoso nerazzurro Gad Lerner, intervenendo al TMW News, ha raccontato la sua gioia per lo scudetto dell'Inter. Di seguito le sue dichiarazioni:

Come ha festeggiato lo scudetto?
"Solo alle 15.30 di domenica ho osato andare in Piazzale Lotto e comprare la bandiera con su scritto 19. Fino a quel momento non osavo. L'ho avvolta pian pianino perché non era sicuro, ma non volevo che mancasse. Sono tornato a casa, abbiamo visto il rigore parato da quel gran portiere che è Consigli, la bandiera è stata srotolata, è stata indossata una mascherina FP2, è stato inforcato il motorino con mio figlio alla guida ed io dietro con la bandiera e siamo andati in Duomo. Lo so che adesso ci sgriderete, non ci siamo mai tolti la mascherini, abbiamo tenuto le distanze, non siamo andati sul monumento con i fumogeni nel carnaio, ma non potevate impedirci di andare. C'eravamo andati anche 11 anni fa quando avevo una meravigliosa parrucca nerazzurra, ma l'ho perduta. Oggi ne avevo molto più bisogno (ride, ndr)".

Quando ha capito che lo scudetto sarebbe stato dell'Inter?
"Lo si era capito già da un po' che non c'erano avversari all'altezza nel senso di squadra che è stato messo insieme. C'era proprio un senso di superiorità che è una cosa rara, si percepiva proprio che in spogliatoio sapevano di essere i più forti. Lo sanno anche coltivando e migliorando le mediocrità, un'amalgama perfetta".

Questa Inter potrà aprire un ciclo?
"Non è affatto scontato. L'Europa è un'altra faccenda, manca ancora qualcosa lì per diventare grandi. Sono l'ultimo dei competenti per poter andare a vedere quali sono le zone del campo da presidiare diversamente come l'esterno sinistro. C'è del lavoro da fare, ma Conte sembra proprio capace di plasmare i giocatori, dare forma alla squadra e questo promette bene anche se sono contrario alle beatificazioni. Io beatifico soltanto Sant'Helenio, sono anche ebreo e quindi non me ne intendo molto di santi. Abbiamo un grande eroe che è Herrera".

Questa potrebbe essere l'Inter di Conte?
"Io ho amato tantissimo l'Inter dei record di Trapattoni dell'89. Lo trovo un grandissimo allenatore e anche un uomo simpaticissimo, ma non è mai stato interista. E' passato, ne siamo grati... Mourinho è passato anche lui, solo due anni, ci ha sedotti e abbandonati, ma è stato un colpo di fulmine. Siamo rimasti incantati da quello che ha fatto e da come lo ha fatto per cui l'Inter se l'è presa non come Herrera, ma quasi. Conte deve ancora assestarsi, ha fatto un lavoro meraviglioso, ha fatto come tutti gli esseri umani qualche errore in campagna acquisti. Vidal è stato un capriccio che non è andata poi, lo stesso Sanchez forse è pagato più di quello che vale. Young, Perisic... Il croato ce lo siamo tenuti, poi ha fatto il suo perché Conte ha saputo utilizzare tutti come andavano utilizzati. Per l'Europa c'è ancora da lavorare, ma in Italia c'è una superiorità netta sugli altri che fa godere. Nessuno può dire che abbiamo rubato o che non ce lo siamo meritati".

Chi è il simbolo di questa Inter oltre a Lukaku?
"Tutti dicono Barella. Vabbè, Lukaku lo ringraziamo anche per come ha partecipato ieri alla festa. E' sceso di casa, è andato in macchina ed ha girato per la città. Purtroppo non l'ho incontrato, ma vorrei essere stato in uno di quei ragazzi che se l'è trovato davanti. Giustamente lo mettiamo da parte, Lukaku è uno che può entrare veramente nei miti, tra i primi 4 o 5 calciatori del mondo per il percorso che sta facendo. Tutti indicano Barella come mentalità, generosità... Io vorrei indicare la resurrezione di Skriniar perché vederlo con quel modo apparentemente goffo di interrompere l'azione avversaria e rilanciare la nostra è stato qualcosa che ci ha dato sicurezza, ci ha galvanizzato".

Ci sarebbe da sottolineare anche l'importanza di Hakimi.
"Certo, ci è voluto un rodaggio, ma è logico che sia stato così. Bisognava capire bene quale mestiere gli toccasse però poi i gol che ha propiziato, più di quelli che ha fatto, con quegli scatti fulminei sulla destra e la palla che arrivava in mezzo... Certo, gliene siamo grati".

Adesso aspetta la seconda stella.
"Certo, siamo lì a 19".