Franco Vanni a Radio Nerazzurra: "Giusto schierare Dzeko e Mkhitaryan. Il futuro? Terrei Inzaghi"
Ai microfoni di Radio Nerazzurra, durante la trasmissione affidata alla redazione de L'Interista, è intervenuto Franco Vanni. Il giornalista di Repubblica commenta così le differenze tra l'euroderby del 2002/03 e quello attuale: "Vent'anni fa l'Inter era scottata dal 5 maggio dell'anno precedente e l'ombra lunga di quel dramma sportivo incombeva su quel derby. L'altra questione erano i gol in trasferta, che rendevano drammatici i due confronti. Ora c'è un senso di gratitudine per il fatto di essere in semifinale di Champions League, che è un mezzo miracolo e un risultato imprevisto. Credo ci sia meno tensione per questo. Questo derby arriva in un momento particolare per il calcio. Ora il clima è abbastanza allegro, nonostante qualche notte insonne c'è un'atmosfera completamente differente. Arrivare vicino a vincere la Champions League dev'essere un traguardo da glorificare, godendosi le partite. Allora avevamo vissuto un periodaccio, due anni dopo il dispiacere per i quarti di finale era molto minore. Il momento attuale non è depresso. Ci si lamenta delle undici sconfitte in campionato, ma è tutto diverso".
Quale futuro per Simone Inzaghi?
"La dirigenza probabilmente ha una sua idea e non verrà a dirla prima di una semifinale di Champions League. Mi auguro per l'Inter che la scelta sia di tenere Simone Inzaghi. Nel calcio del 2022/23, in cui il vero campionato è la Champions e la Serie A serve come "torneo di qualificazione", mandare via un allenatore che ha fatto così bene in Europa sarebbe una follia. Vedo più probabile che sia lo stesso Simone Inzaghi ad andarsene e salutare dopo mesi di folli polemiche. Però mi auguro che sia ancora l'allenatore nel 2023/24. Nelle coppe ha praticamente un percorso netto, l'anno scorso ha vinto ad Anfield in dieci contro una squadra che ha fatto la finale e quest'anno ha fatto benissimo. Va tenuto rinnovando il contratto, magarti mandando via qualche giocatore che causa problemi se serve far cassa".
Mkhitaryan o Calhanoglu?
"Io schiererei Mkhitaryan. Far giocare Calhanoglu in uno stadio di 75mila persone che non vedono l'ora di fischiarlo per novanta minuti più recupero potrebbe essere un rischio. So che l'allenatore non dovrebbe farsi influenzare dai fattori ambientali, ma esistono e lo stadio del Milan ha un ambiente quasi sudamericano. Meglio schierarlo al ritorno, dove ci saranno più tifosi interisti pronti a sostenerlo e tifare per lui. Inzaghi sui nervi dei giocatori è molto attento, come quando toglie gli ammoniti. In un approccio del genere, trovo ragionevole che Calhanoglu possa partire dalla panchina. Ovviamente succederà il contrario (ride)".
Dzeko o Lukaku?
"Io farei sempre giocare Dzeko. Ha molta più esperienza internazionale di Lukaku, ha giocato in quella Roma che sfiorò la finalissima e può dare un grande contributo. Inizierai col pressing forsennato del Milan, squadre corte e spazi stretti, una partita dove ti servirà l'abilità tecnica di Dzeko. Al 60', con le squadre stanche, Lukaku può essere decisivo e avere una progressione notevole, segnando gol importanti. Tutti e due giocheranno, salvo scenari inimmaginabili. Ovviamente in casi-limite, con la squadra in difficoltà o che ha speso molto, si può anticipare l'ingresso del belga nell'intervallo".
Cosa aspettarsi dal Milan? Ci sarà Leao o meno?
"Ho visto Milan-Lazio. Senza Leao giocano ugualmente bene e sono meno prevedibili. Sono meno forti, ma altrettanto pericolosi e sanno trovare altre opzioni. Inzaghi è stato onesto quando ha ribadito che sta preparando la stessa partita in entrambi i casi. Non è vero che Pioli sta facendo pretattica, sono tattiche controproducenti e il tecnico rossonero non è così sprovveduto. Leao non sembrava stare malissimo all'uscita di San Siro, ma questo può derivare dal suo approccio e dal suo atteggiamento".
Lautaro rischia di essere il rigorista.
"Questo è un tema vero. In gerarchia toccherebbe a Lautaro. Secondo me lo disturba la dinamica dei rigoristi "alternati". Se dovesse sapere dall'inizio che tirerà lui, probabilmente si troverebbe responsabilizzato e pronto a segnare dal dischetto. Aldo Serena ha svelato nella sua biografia che spesso sbaglia chi tira rigori "a sorpresa". Un Lautaro rigorista designato è più efficace di uno che calcia a sorpresa e senza saperlo in precedenza".
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