Doni torna a parlare: "Morfeo un fenomeno. Scommesse? Io traumatizzato"
L'ex attaccante dell'Atalanta, Cristiano Doni, ha rilasciato una intervista a La Gazzetta dello Sport oggi in edicola nel corso della quale ha parlato sia di un ex giocatore messosi in mostra all'Inter che della vicenda calcioscommesse.
Parlando del compagno di squadra più forte avuto in carriera, ha spiegato: "Non ho dubbi: Morfeo. Un fenomeno, che con i piedi parlava una lingua bellissima".
Sul calcio-scommesse: "Cosa mi rimprovero? Dicono che il tempo è galantuomo, all’inizio sei così arrabbiato che non ci credi, ma poi scopri che è la verità. Mi hanno messo un’etichetta, ma non era la mia. I carabinieri all’alba a casa, i cinque giorni in prigione, le prime pagine dei giornali. È crollato tutto, sono diventato il capro espiatorio, oggi so cosa significa finire nella macchina del fango. Ne sono uscito traumatizzato, ma ciò che non uccide fortifica, si dice così, giusto? Per la maglia dell’Atalanta ho sputato sangue, eppure tutto mi si ritorceva contro. Oggi a Bergamo la gente mi vuole bene, questo è quello che resta. Sono stato condannato per due partite, Crotone-Atalanta, dove ho segnato un gol all’incrocio dei pali, e AtalantaPiacenza: sì, sapevo che quelli del Piacenza vendevano le partite, l’ho accettato, tutto lì, sono stato uno stupido".
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