Condò: "La partita è cambiata quando sono entrati i nuovi. Chivu doveva dimenticare le gerarchie"

Il giornalista Paolo Condò ha commentato, sulle colonne de Il Corriere della Sera, la stagione dei nerazzurri e la prestazione contro il Fluminense. Le sue parole: "L’Inter chiude a quota 63 (partite) la stagione meno decifrabile della sua storia recente, 5 competizioni senza il premio di un trofeo sul piatto negativo della bilancia, una montagna di denaro guadagnato e alcuni ricordi memorabili (Barcellona, soprattutto) su quello positivo.
Era difficile che il Mondiale per club producesse in extremis la consolazione di un titolo, troppo complicate le condizioni di partenza, però il traguardo richiesto per promuovere questo supplemento di stagione era il raggiungimento dei quarti, alla portata di un’Inter appena normale, perché il Fluminense non è niente di che, e nel finale si è visto con le grandi occasioni di Lautaro.
Ma con mezza squadra già rientrata in Italia per acciacchi non guaribili nel tempo di torneo che rimane, e molti senatori (Thuram per esempio) in campo per spaventare i brasiliani armati solo del loro nome, Christian Chivu avrebbe fatto bene a dimenticare le gerarchie, giocandosi fin dall’inizio le forze fresche a disposizione.
La partita è visibilmente cambiata, spostandosi dalla parte interista, quando sono entrati i nuovi nerazzurri. Una rivoluzione forse non semplice per un allenatore nuovo, che comunque dovrà costruire la sua squadra con largo utilizzo della vecchia guardia. Ma avrebbe dovuto farlo ugualmente perché le condizioni in cui si è giocato ieri hanno appesantito le gambe dell’Inter".
Testata giornalistica Aut.Trib.di Milano n.160 del 27/07/2021
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