Chi è Marcus Thuram, la nuova idea per l'attacco dell'Inter
È un attaccante polivalente che può spaziare in ogni angolo dell’attacco: il suo ruolo naturale è quello di ala sinistra, ma sa giocare anche in mezzo, sia da solo (come spesso capita adesso al Borussia) che in un attacco a due come faceva ai tempi del Guingamp.
Un po’ di dati e numeri: è cresciuto nel Sochaux e lì ha effettuato l’esordio con i grandi. I primi due anni si è rivelato un attaccante insidioso per le percussioni ma non ancora cinico sotto porta. E la mentalità non era ancora quella giusta: "Mi allenavo sempre, ma non facevo molto altro. Vedevo i compagni rimanere in palestra e lavorare ancora, mentre io non ne sentivo il bisogno. Ma nonostante questo, in campo facevo bene". Poi il passaggio al Guingamp e il primo salto di qualità: in Bretagna gioca con più esperienza e inizia a trovare più spesso la via del gol. Ne farà 17 in due stagioni.
A 22 anni viene corteggiato dai migliori club in Francia ma decide di sposare il progetto del Borussia Monchengladbach: "Mi hanno contattato per primi e avevo scelto subito di andare là". Al Borussia diventa presto una stellina: in due stagioni è arrivato a 25 gol in 80 presenze. Tanto che Didier Deschamps lo ha premiato con una convocazione con la nazionale francese per Euro 2020 (una sola presenza per lui).
È un bravo ragazzo ma qualche volta si fa scappare qualche reazione di troppo. Nello scorso inverno Marcus Thuram si è reso protagonista di un gesto brutto: uno sputo a Stefan Posch dell’Hoffenheim. Se n'è pentito subito: "Chiedo scusa a tutti. Non fa parte del mio carattere. Accetterò ogni conseguenza". Che sarà una squalifica di sei giornate e una multa di quarantamila euro. Anche papà Lilian è rimasto sorpreso: "All’inizio mi sono detto 'Ma è stato proprio mio figlio?'". Già, il padre Lilian. Una figura importante per la sua crescita educativa ma anche pesante calcisticamente parlando per l'eredità del cognome che porta: "Sapere di essere il 'figlio di' mi ha dato stimoli ulteriori. Non volevo essere ritenuto un raccomandato. Mi dava fastidio sentir dire 'Gioca perché è il figlio di Lilian'. Allora dentro di me pensavo 'E i gol? Me li fanno fare perché sono il figlio di Lilian?'".
E se il cognome sotto sotto un po' pesa, la scelta del nome ha una ragione ben precisa: i suoi genitori lo hanno chiamato Marcus come Marcus Garvey, scrittore e attivista giamaicano vissuto a cavallo tra il 19° e il 20° secolo, che si è reso noto per la sua lotta per i pari diritti degli afroamericani negli Stati Uniti. E in linea con il suo nome, e con la tradizione familiare, da sempre presente contro le discriminazioni, anche Marcus è da sempre attivo nella lotta contro il razzismo.
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