Inter, Akanji è già un leader tecnico e mentale. Un dato certifica la sua autorevolezza difensiva

Nel successo dell'Inter contro la Roma, battuta 1-0 all'Olimpico grazie alla rete messa a segno da Ange-Yoan Bonny su assist di Nicolò Barella nella prima frazione dell'incontro, c'è indubbiamente anche il merito di Manuel Akanji.

Il difensore elvetico, acquistato dall'Inter con la formula del prestito con diritto di riscatto nell'ultimo giorno utile della sessione estiva di mercato, ha infatti disputato una partita all'insegna di quell'ordine e di quella compattezza cui ha già abituato i tifosi nerazzurri nelle sue uscite in maglia nerazzurra. Contro la Roma, esattamente come negli impegni precedenti, Akanji ha dato costantemente la sensazione di essere in controllo della situazione, ricorrendo con costanza alla scelta giusta in ogni momento d'affanno per la sua retroguardia.

Anche nella fase più delicata del match, in cui l'Inter non riusciva ad uscire dalla sua metà campo a causa dell'elevata pressione esercitata dai rivali, l'ex Manchester City ha ricoperto con autorità e autorevolezza il ruolo cucitogli su misura da dirigenza e staff tecnico nerazzurri. Quando c'è da andare in battaglia, Akanji è una delle figure primarie alle quali fare affidamento. Non solo per spazzare via quando la squadra ne ha bisogno, ma anche per chiudere le linee di passaggio avversarie grazie al senso dell'anticipo e all'assenza del timore di provare l'intervento. Ne è una prova la statistica relativa alle chiusure difensive: sono 6 quelle realizzate dal difensore dell'Inter, di gran lunga il miglior dato dei nerazzurri nel match.

Dunque, se c'è una cosa che le prestazioni di Akanji hanno dimostrato sin qui è che la scelta di puntare su di lui al gong del calciomercato per sostituire Benjamin Pavard è stata estremamente opportuna e lungimirante. Perché, con un calciatore così, guardare al futuro è indubbiamente più semplice.