Esclusiva

Fleita (Racing): "Lautaro da Pallone d'Oro. Da Milito al Toro: ve li racconto io"

Fleita (Racing): "Lautaro da Pallone d'Oro. Da Milito al Toro: ve li racconto io"TUTTOmercatoWEB.com
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venerdì 1 marzo 2024, 20:52Esclusive
di Daniele Najjar

Una vita intera al Racing Club de Avellaneda, la squadra nella quale Lautaro Martinez si è svezzato prima di fare il salto in Europa: Juan Ramon Fleita ci è prima cresciuto come giocatore arrivando in prima squadra e rimanendoci dal 1990 al 1996 e poi, dal 2012, ci è tornato come dirigente. Nel corso di questi anni ha lavorato soprattutto come responsabile del settore giovanile e della squadra riserve ruolo che attualmente ricopre come coordinatore. Insomma, questa è casa sua ed il Toro lo ha visto arrivare, crescere e poi partire, sulle orme di Diego Milito. Fleita ha rilasciato una intervista alla redazione de L'Interista, per parlarci del capitano nerazzurro.

Cosa pensò quando vide arrivare Lautaro dal Liniers?

"Al suo arrivo pensai di avere di fronte un prospetto interessante, con un potenziale davvero importante che lasciava intendere di poter crescere molto. È stato sorprendente più che altro pensare all'età che avevesse: 16 anni".

Come si rapportava allora con i compagni? Thuram scherzando su di lui ha detto che dovrebbe ridere di più: era già così grintoso?

"Lui è sempre stato introverso, calmo. Ma soprattutto mi è sempre sembrato focalizzato su quello che voleva, con allenamenti sempre fatti perfettamente. Poi era sicuramente simpatico, faceva gruppo con i compagni, anche con dei momenti di leggerezza come è ovvio. Però sempre mantenendo un profilo basso, lavorando in silenzio per i suoi obiettivi".

Ha ripensato a Milito nel vederlo crescere?

"Non mi piacciono troppo i paragoni. Parliamo però di due grandi giocatori, Diego ha dimostrato chi è ovunque abbia giocato, ma soprattutto nell'Inter. Era elegante, forte, completo. Era molto di più di un semplice 9 d'area, era fine, di classe oltre che un bomber. Lautaro sta dimostrando anche lui quanto vale, un giocatore tremendo, ma anche versatile, che può adattarsi a qualunque compagno giocando da prima punta come ora o da seconda punta come quando c'era Lukaku. È anche lui molto completo".

E' alto 174 centimetri, non un gigante insomma, eppure sui palloni alti arriva spesso per primo. Lo ha aiutato in questo?

"Non è molto alto, ma sicuramente è potente e soprattutto ha grande tempismo e senso della posizione per capire prima dove andrà a finire la palla. Infatti fa diversi gol in anticipo sui difensori, il segreto è proprio il tempo del salto. Anche in questo è unico".

Lo ha anche avuto a disposizione come allenatore ad un certo punto: 2 partite e 2 gol...

"Sì, ho avuto il privilegio ed il piacere di allenarlo nella Reserva del Racing, e già aveva maturato quelle qualità che si intuiva avesse nelle giovanili. Qualità che poi ha confermato in Primera Division. Anche nella Reserva fece molti gol. Noi tecnici davano indicazioni poi il resto ce lo metteva lui".

In bacheca ha già un Mondiale ed ha giocato due importanti finali europee. Ce lo vede a fare uno step ancora ed a diventare un giocatore da Pallone d'Oro?

"Già ora è uno dei migliori attaccanti del mondo. Ha vinto una Coppa del Mondo ed è sicuramente un grande candidato per vincere il Pallone d'Oro e la  Champions nei prossimi anni".