ESCLUSIVA - L'ex dirigente racconta Dybala: "Commovente la reazione alla morte del padre"
Dopo le indiscrezioni e le smentite, è tempo per gli indizi, che come spesso accade nelle trattative importanti si cercano di cogliere da ogni aspetto. Ecco che dunque, nel giorno in cui Dybala all'Inter è il tema principale, vedere lo stesso giocatore che, stuzzicato dai fan, non smentisce la cosa, ma sorride, fa notizia e lascia spazio alle fantasie.
In attesa di sapere se effetivamente la Joya ha scelto l'Inter per il proprio futuro (l'agente dice che la scelta ancora deve essere fatta), la redazione de L'Interista ha contattato Pablo Alvarez, a lungo coordinatore delle giovanili dell'Instituto in Argentina, dove il 10 bianconero è cresciuto: "Ho conosciuto Dybala" - racconta - "per la prima volta quando era molto giovane, perché ho lavorato 14 anni nelle giovanili coordinatore delle giovanili dell'Instituto. A colpirti subito era il suo sinistro letale. Poi la sua classe: già al tempo era capace di fare molte giocate, di saltare l'uomo, di muoversi per la squadra. Però ad impressionarmi era il suo gran tiro".
"Lui ha dei grandi valori" - continua Alvarez - "e credo che il più grande di tutti sia l'umiltà con la quale si approccia alla squadra e ai compagni. A livello umano però, fu un'altra cosa di impressionarmi molto più di tutte". E qui, oltre agli aspetti puramente tecnici e calcistici, subentrano quelli umani: "Quando morì suo padre era molto giovane. Anziché demotivarsi si caricò molto, per dimostrare al genitore defunto, che lo guardava dall'alto che poteva farcela nel calcio. Fu commovente: voleva fargli vedere che poteva diventare un grande calciatore. Al suo debutto nella formazione primavera dell'Instituto impressionò tutti facendo 17 gol. L'anno successivo in prima squadra fu uno dei migliori attaccanti della categoria. Non fu una sorpresa quindi vederlo andare subito al Palermo".
Nonostante i tanti gol ed assist mostrati alla Juventus, su Dybala "pende" ad oggi un interrogativo: è davvero un giocatore di caratura mondiale, oppure è soltanto un grande giocatore che alterna fasi buone a partite più anonime? Nessun dubbio per l'ex dirigente: "Credo che sia un crack di livello mondiale. Lo ha ampiamente dimostrato alla Juventus, un grandissimo Club dove poi è vero che ha avuto un calo, ma come tutta la squadra. Poi ha avuto delle noie fisiche che lo hanno frenato".
Rimane un dubbio da sciogliere: il suo prossimo club. L'ipotesi Inter in Argentina è sempre vista di buon occhio per i connazionali: "Spero di sì, sarebbe una buona soluzione per lui, dove in attacco farebbe una bella coppia con Lautaro Martinez. Ma non parlo con lui, pur avendo una buona relazione con ala sua famiglia e con suo fratello Gustavo. Che sia all'Inter o in altri grandi Club Paolo non avrà problemi a dimostrare il suo valore perché ha sempre giocato con grandi campioni come Higuain e Pogba alla Juventus".
Testata giornalistica Aut.Trib.di Milano n.160 del 27/07/2021
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