ESCLUSIVA - Il Real raccontato da Mirko Calemme: "Benzema il pericolo maggiore, la difesa il punto debole"

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lunedì 13 settembre 2021, 19:05Esclusive
di Alessio Del Lungo

Inter-Real Madrid si avvicina, e noi de L'Interista, per fare il punto sulla situazione in casa Blancos, abbiamo intervistato in esclusiva Mirko Calemme, giornalista di 'As' e 'Bernabeu Digital'. Di seguito l'intervista integrale.

Quali sono i giocatori più in forma del Real a cui l’Inter deve prestare attenzione?

“Ovviamente uno è Benzema, che sta avendo un ritmo da Pallone d’Oro, come dicono oggi in Spagna. È veramente l’uomo più importante di questo Real Madrid, anche se sta crescendo tanto anche Vinicius. Credo che questa sarà la stagione della sua esplosione e che stia iniziando a limare i suoi difetti. Ieri ha ricevuto elogi enormi, anche dallo stesso Benzema, che lo ha definito un fenomeno. Il palcoscenico della Champions sarà quello nel quale Vinicius vorrà dimostrare ai madridisti che ancora lo criticano e ai suoi detrattori un po’ in giro per il mondo che lui può sedersi al tavolo dei grandi. Deve ancora dimostrarlo, ma ha delle doti che possono renderlo un crack in futuro. Quindi ovviamente questi due uomini sono quelli a cui prestare molta molta attenzione”.

Come è cambiato il Real Madrid da Zidane ad Ancelotti e quanto, ad un anno di distanza, ci sarà di diverso nella partita di San Siro?

“È difficile dirlo perché è un Real ancora in costruzione e Ancelotti si adatta molto con quello che c’è, quindi non si tratta di un Real molto rivoluzionato. È un Real fedele a se stesso, ma che sta cercando ancora un suo nuovo volto… Lo capiremo poi con il passare dei mesi. Il sogno del madridismo sarebbe stato portare a casa Mbappé: ci hanno provato fino all’ultimo giorno di mercato, ma non è stato possibile. Resta comunque una squadra davvero competitiva anche grazie ad Ancelotti, che è stato scelto da Fiorentino Perez per la sua capacità di essere un pacificatore, di tranquillizzare lo spogliatoio e di dare serenità e consapevolezza della sua forza ad un Real che ne aveva bisogno. Va detto che il Real aveva chiamato prima Allegri, che inspiegabilmente ha deciso di tornare a Torino. Dico inspiegabilmente perché se chiama il Real devi andarci secondo me, soprattutto dopo che hai già vinto tanto alla Juventus, ma lui ha scelto così, nonostante fosse la prima scelta del Real. Poi Fiorentino ha puntato su Ancelotti perché lo conosce, conosce l’ambiente e quindi è un tecnico che sa come gestire uno spogliatoio così difficile, pur nella grande insidia di allenare il Real Madrid”.

Se può esserci un punto debole del Real adesso, qual è?

“Probabilmente è la difesa, perché i meccanismi creati da Ancelotti, essendo arrivato da poco ed avendo giocato ancora poche gare ufficiali, non sono ancora ben oliati. Farà poi la differenza non avere più Sergio Ramos con la maglia del Real addosso nelle notti di Champions. Era un fattore importante, lo abbiamo visto anche lo scorso anno, quindi non sarà semplice per il club affrontare questa fase di transizione. Questo può essere un tema di questa partita”.

Dopo le cessioni e l’addio di Conte, com’è vista l’Inter in Spagna?

“Ovviamente è vista indebolita, perché gli addii di Antonio Conte, per cui c’è un enorme rispetto, di Lukaku e soprattutto di Hakimi, che a Madrid conoscono bene, sono addii pesanti. L’inizio di stagione ha dimostrato che l’Inter è ancora una squadra competitiva, certamente però non fa paura come quando c’era Conte, anche perché lui all’estero gode veramente di una grande stima e lo stesso Real Madrid ha pensato tanto al suo ingaggio. Il fatto che non ci sia più può essere un’arma a doppio taglio per il club, perché l’Inter parte a fari spenti rispetto a quando c’erano lui, Lukaku ed Hakimi, ma nonostante questo resta una squadra ancora molto competitiva. È ovvio però che all’estero si vedrà un’Inter che deve ricostruirsi dopo la perdita di Conte, ma che resta una squadra da temere, soprattutto se gioca in casa”.

Sia Inter che Real hanno giocato di domenica, sentiranno le fatiche delle sfide del weekend?

“Le fatiche e le difficoltà fisiche che si possono avere sono sicuramente un elemento presente all’inizio della stagione, anche perché giocare di domenica consente un recupero minimo. È anche vero, però, che è un problema che accomuna tutte le squadre, quindi un po’ si azzera. Poi c’è anche la questione della sosta, che complica un po’ il tutto, ma la prima giornata di Champions è anche quella un po’ più emozionante della fase a gironi, oltre che quelle decisive, perché si ricomincia, risuona la musica e quindi, durante quei 90 minuti, si va anche oltre qualche dolorino muscolare. Sicuramente è un tema importante, magari poi ce ne renderemo conto con qualche interprete a fine gara. Però quando suonerà l’inno della Champions a San Siro l’Inter darà il meglio di sé. L’uomo chiave di questa gara deve essere Barella, l’ha dimostrato anche con la Sampdoria che, in questo tipo di partite, il suo dinamismo a centrocampo è assolutamente fondamentale”.