ESCLUSIVA - Bonolis: "Inzaghi si inventi qualcosa. Zhang? Inutile dirgli di andarsene"

ESCLUSIVA - Bonolis: "Inzaghi si inventi qualcosa. Zhang? Inutile dirgli di andarsene"TUTTOmercatoWEB.com
© foto di Daniele Buffa/Image Sport
venerdì 23 settembre 2022, 17:26Esclusive
di Daniele Najjar

La notizia del giorno è quella che già da qualche giorno si preventivava: l'Inter, almeno per il momento, non ha intenzione di riflettere sulla posizione del proprio tecnico, Simone Inzaghi. Prima Beppe Marotta ha gettato acqua sul fuoco in questo momento particolare, poi il presidente Zhang con la visita ad Appiano ha mandato un messaggio chiaro, di fiducia e distensione.

Ma questa fiducia è incondizionata, o a tempo? E l'Inter, come uscirà da questo momento? La redazione de L'Interista ne ha parlato con il conduttore televisivo, nonché noto tifoso nerazzurro, Paolo Bonolis.

Paolo, l'Inter ha scelto di continuare con Inzaghi: ha fatto bene?

"Non credo che l'Inter faccia male a puntare su Simone. Innanzitutto perché la società non credo possa permettersi di esonerarlo, continuando a pagarlo per prenderne poi un altro. Le difficoltà economiche sono alla base di tutti i problemi attuali".

In che modo?

"Ci hanno costretto, nonostante la vittoria di uno Scudetto, di una Coppa Italia, di una Supercoppa Italiana e due secondi posti, ad essere comunque una squadra che deve sempre vendere i pezzi pregiati. Un problema che scatena tutti gli altri problemi. L'allenatore ha due difficoltà secondo me evidenti, indipendentemente dalla fluidità del gioco".

Quali?

"Prima di tutto la pressione derivante dalle difficoltà societarie. Secondo: lui gioca con degli esterni che sono difensori che attaccano. Prima, con Perisic, avevamo un attaccante che difendeva. Questo sposta molto i meccanismi di gioco. Non abbiamo nemmeno un fantasista puro. Vediamo costantemente lo stesso schema. Che è vero: i nostri hanno appreso molto bene. Ma ormai lo hanno appreso bene pure gli altri. Sanno tutti come metterci in difficoltà".

Cosa può fare Inzaghi?

"Simone deve industriarsi per inventare soluzioni che spariglino di più le carte nel corso di una partita. Chi viene fatto alzare dalla panchina è sovrapponibile a chi esce: esce Calhanoglu ed entra Mkhitarian. Non è che cambi qualcosa, a parte che chi entra è più fresco. Poi magari uno corre un po' di più, l'altro crossa un pochino meglio, ma insomma...".

Ma Inzaghi ha ancora in mano lo spogliatoio? Si sono viste diverse reazioni dopo i cambi, per esempio.

"Questa credo sia una cosa di cui penso che possano e debbano parlarne loro internamente. Chiaramente se un giocatore sa che nel momento in cui viene ammonito, poi viene automaticamente sostituito, poi magari starà attento anche a non prendere il primo giallo. Di conseguenza però presta anche troppa attenzione nel momento in cui deve fare un contrasto o un recupero".

Si fanno condizionare.

"E giocare condizionati non va bene. Poi ci son partite come quella di Udine dove l'arbitro impazzisce: ammoniva chiunque. E le somme di ammonizioni nel corso di una stagione pesano. Brozovic ha preso 5 ammonizioni, ma fra queste 3 sono surreali, figlie di una volontà indisponente da parte dell'arbitro. A Udine poi c'è stato quel doppio cambio dopo mezz'ora...".

Che ne pensa?

"Lì credo che anche Inzaghi sia consapevole che ha calcato troppo la mano, ce ne siamo accorti tutti. Uno come Mkhitarian, sapendo di essere stato ammonito fa più attenzione, ha esperienza. Eccesso d'ortodossia nell'applicare questo protocollo".

Ma questa squadra ha avuto un netto calo nell'atteggiamento, nella personalità. A cosa è dovuto?

"Anzitutto, mi ripeto: manca un esterno offensivo. Questo è importantissimo: abbiamo solo difensori che attaccano, anche Gosens. E' diverso da un attaccante.Poi penso sia stata fatta una preparazione che dovesse far ragionare l'Inter soprattutto in funzione di Lukaku. Poi Romelu si è fermato".

Il suo stop non ci voleva.

"Va detto che dopo la partita con la Lazio sembrava un altro, non Lukaku. Quindi già qualcosa non quadrava nel ragazzo, prima che si aggiungesse lo stop. Questo ha riportato il tema del gioco a dover essere affrontato, come lo scorso anno, ma senza l'esterno offensivo. Ma ci sono tanti altri elementi".

Per esempio?

"La storia di Skriniar. Il calo e l'allontanamento avuto da De Vrij già negli scorsi anni. Asllani che non gioca, lo farà probabilmente con la Roma, ma per necessità. Bellanova non so che faccia: sta lì, so che lo abbiamo preso e tanto basta. Sono tante cose. Tutto parte dalla testa: la società ha delle difficoltà che i giocatori percepiscono e tutte le altre scelte vengono a cascata, figlie di queste difficoltà. E cambiano le stagioni".

A proposito, la Curva Nord dice: "Zhang vattene".

"Tutti possono voler vendere qualcosa, ma se non trovano chi se la compra... Non è che può andarsene e basta. Se troverà qualcuno in grado di comprare, bene: vorrà dire che ci sarà qualcuno magari con meno liquidità della famiglia Zhang, ma con la possibilità di poter spendere. Perché non parliamo di una famiglia che vive d'elemosina".

Gli stop dalla Cina hanno cambiato le cose.

"Gli Zhang sono floridi in Cina, ma non possono spendere denaro perché il Governo cinese non prevede dissenso nelle scelte che vengono fatte. Ora ci sono anche un bel po' di soldi da restituire al fondo Oaktree. Le difficoltà ci sono e non so chi si voglia far carico di una società come l'Inter. Se troverà degli acquirenti venderà, ma è inutile dire 'Zhang vattene'. Se sappiamo che vuole vendere, i tifosi possono stare tranquilli, perché quando troverà un acquirente andrà via, anche se io personalmente non so se voglia vendere o meno".

Se le cose non cambiassero, si parla di affidare temporaneamente la squadra ad una leggenda. Le faccio due nomi: Stankovic e Cambiasso.

"Sia uno che l'altro li ho amati come interpreti del loro ruolo, sfondi una porta aperta a farmi questi nomi. Vero anche che Dejan ha già lavorato in panchina, Cambiasso non lo so".

E' stato assistente di Pekerman nella Colombia, al Mondiale 2018.

"Certo, ma da lì partire poi di brutto con la responsabilità dell'Inter... Non so quanto sia conveniente per entrambi. Rischia di fare la fine di Pirlo. Bisogna prima crescere. Se si parla di affetto, ci faremo i regali di natale! Credo che il Cuchu sarà un grandissimo allenatore, ora forse dovendo scegliere opterei per Stankovic".

Se l'Inter non sta bene, la Juventus non sta tanto meglio e la Serie A è molto incerta in vetta.

"Sì, ma non penso che mal comune faccia mezzo gaudio. Certo che è un campionato che è diventato indecifrabile per la sua stessa struttura. Parte prima, poi si ferma per mesi, ricomincia dopo che in mezzo c'è stato un Mondiale".

Quanto influenza i risultati, questo fattore?

"Molto. I giocatori che hanno il Mondiale, ora giocano al 100%  oppure lo fanno pensando a non rischiare di perderlo? E quando torneranno, come staranno? Saranno stanchi? Saranno demoralizzati per i risultati? Si ricomincia tutto da capo. Come dopo i mesi fermi per la pandemia: prima la Lazio volava, poi è crollata. L'esaurimento di energie fisiche e mentali che genera un Mondiale rende tutto indecifrabile".