ESCLUSIVA – Barella, l’ex tecnico: “Al Cagliari reagiva così solo con l'arbitro, cos'è cambiato?”
Nella grigia serata di Marassi, la lite fra Lukaku e Barella è stata la ciliegina su una torta decisamente indigesta per i tifosi dell'Inter. Allo scialbo 0-0 maturato a Genova, si è infatti sommato un evitabile teatrino: Big Rom non ha gradito gli atteggiamenti plateali con cui il compagno lo ha ripreso e, per tutta risposta, lo ha apostrofato a sua volta con evidenti insulti.
Cose di campo, certo. Non una bella scena da vedere, altrettanto certo. L'ovvio risultato è che nelle ore successive al match il centrocampista sia finito sotto la lente d'ingrandimento della critica: il carattere "esplosivo" è il suo punto di forza, ma ci si chiede ora se, alle volte, non sia anche un limite, perlomeno per chi gli sta intorno.
La redazione de L'Interista ha contattato Massimo Rastelli, che ha allenato Barella per 3 stagioni al Cagliari, per parlarne.
Mister, Barella ha sempre avuto questa indole, diciamo così?
“La personalità non gli è mai mancata. D’altronde è ciò che l’ha spinto, così giovane, alle luci della ribalta. Subito titolare in Serie A, subito in Nazionale e protagonista in una società grande come l’Inter. A cambiare sono le reazioni”.
In che senso?
“Le ha sempre avute, parlo delle reazioni, dei gesti di stizza, delle sbracciate anche plateali. Ma una volta solo verso l’arbitro, più che con i compagni. All’Inter ho notato che più di una volta le rivolge invece anche ai compagni, come successo ieri con Lukaku. Una spiegazione forse c’è”.
Quale?
“E' una mia supposizione, ma forse reagisce così soprattutto nei periodi in cui qualcosa non funziona a livello di squadra, od a livello suo personale, quando non è al top. Di fronte all’errore, alle cose che non vanno, sbraccia molto. Ci sta smuovere un compagno, ma ci sono metodi più efficaci e giusti”.
Spesso è emerso anche il lato “giocoso” del suo carattere. Stiamo dando troppo peso a questo episodio, oppure ai compagni può dare davvero fastidio?
“Sicuramente quando conosci una persona magari non ci fai neanche caso, perché appunto la conosci. Ma ci sono momenti e momenti che vanno capiti, così come ci sono compagni e compagni. Voglio dire: Lukaku sta attraversando un momento non semplice, sta cercando di ritrovarsi. Fare così è un boomerang, crea frizioni interne inutili”.
Questo suo carattere così focoso non è anche il suo punto di forza?
“Sicuramente: lui non ci sta a perdere, mai. E pretende molto da sé stesso, così come dai compagni intorno a lui. E’ un leader per questo. Ma un vero leader deve capire come è meglio reagire in base alla situazione, per far migliorare i compagni. Fa parte della sua crescita personale”.
Per ambire alla fascia da capitano, deve fare quest’ultimo step?
“Penso di sì. Perché come ti dicevo lo considero un leader. Magari capirà però che a volte una parola detta in disparte in un certo modo può essere molto più penetrante rispetto ad un gesto plateale”.
Testata giornalistica Aut.Trib.di Milano n.160 del 27/07/2021
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