Tra sofferenza e insofferenza
Mi dicono che ogni giorno che passa in Italia si muoia di caldo. E il caldo, si sa, gioca brutti scherzi.
Scrivo ‘mi dicono’ perché io da una settimana sono a zonzo negli Stati Uniti, con un clima meno opprimente. Ma non preoccupatevi, anche a 6.000 km di distanza, leggo tutto e quel che non leggo me lo dicono: nella civiltà di Internet non scappa niente! So tutto e anche di più, purtroppo. Mi dicono ad esempio che la sconfitta sul mercato patita per Bremer, al quale avevamo fatto tutti la bocca, abbia provocato ondate di sofferenza, manco avessimo perso una finale ai rigori, oltre che di insofferenza verso la proprietà cinese. Su Suning in cinque anni ho scritto fiumi di parole: ovviamente inutili, visto che ogni volta devo fare cronaca spiegando che non ha alcuna intenzione di togliersi di torno, con buona pace dai soliti terrapiattisti e mitomani, che stanno ancora ad aspettare gli arabi a Palazzo Parigi dal 19 novembre scorso.
Tornando a Bremer, non fraintendetemi, la giudico una grave sconfitta sul mercato, altro che Dybala, che ho visto più come una scelta, giusta o sbagliata, fatta dall’Inter ed il primo ad averla patita è lui, finito a Roma senza Champions, come ripiego.
Su Bremer invece è diverso: la sconfitta purtroppo ci sta tutta, anche la figuraccia, se non altro per averlo avuto virtualmente in pugno per sei mesi.
Però vivere il mercato come il calcio giocato mi sembra onestamente folle: su Bremer è semplicemente successo che la Juve, che è il PSG d’Italia per le cifre che può muovere cash, ha sparato 5 milioni a stagione per 5 anni più bonus e 50 milioni al Torino più percentuale sull’eventuale rivendita. Insomma, davanti a tali cifre, l’Inter questa partita non poteva vincerla, al di là dell’inaffidabilità cronica di Suning.
Sottolineo però che, al di là della delusione, non si è perso sul campo, ma una sfida di mercato e sputare adesso su ogni cosa nerazzurra come sta facendo qualcuno che si dichiara interista mi sembra idiota, perché si è comunque fatto un grande mercato. No, perché l’aria propagata da alcuni divanisti e polpastrellisti in servizio permanente effettivo adesso è quella della delusione sempre e comunque: si è persa di misura l’amichevole di Lens al ’90 e dagli all’attacco: alè, adesso dubbi anche sul reparto più forte!
E calmatevi un attimo!
Romelu Lukaku, a mio giudizio, per le sue dinamiche, resta il colpo del secolo: sarà anche a tempo, ma chissenefrega visto che io vivo l’oggi e non il domani, più che mai un’ipotesi. Poi ci sono Asllani, Onana, Bellanova e Mkhitaryan. Rispetto all’anno scorso l’Inter è più completa.
In più, prendete nota della mia assoluta prudenza, se davvero si dovesse riuscire a trattenere Skriniar, come mi ripetono ogni due ore, sarebbe fantastico!
Peccato che io ci crederò solo il 1° settembre, a mercato chiuso, perché di questa proprietà già mi fidavo poco, figuratevi adesso, dopo la vicenda Bremer. E guardate che io sono sempre stato quello che di mercato parlava solo a comunicati ufficiali emessi, ma stavolta, come tutti, mi sono lasciato trasportare dalla passione. Mai più. Dico solo che mi avessero fatto scegliere dall’inizio tra Bremer e Skriniar, avrei comunque scelto chi è già con noi, anche se nei veri Top Club si dovrebbe sempre aggiungere e mai sostituire, ma l’Inter finanziariamente non è certo un Top Club.
Torno però a dire che vivere con sofferenza un grande colpo di mercato mancato e con insofferenza una stagione che ancora deve cominciare mi pare folle. Spero quindi che, se è colpa del caldo, passi presto e che certi cervelli riprendano a ragionare con maggior equilibrio.
L’Inter resta forte e, se non se ne va nessun big, può ancora essere la più forte.
Testata giornalistica Aut.Trib.di Milano n.160 del 27/07/2021
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