Perché l'Inter sta comprando bene ma sta vendendo male: il prezzo di...
Era successo anche l’anno scorso che l’Inter si fosse mossa ampiamente prima di tutti e avesse animato quasi da sola il mercato per un mese e mezzo, prima che a metà luglio si mettessero in gioco anche gli altri. Stavolta anche la Roma si è data da fare con Aouaer e Ndicka, ma rimane l’Inter quella che frulla più rapidamente e vorticosamente.
Vuoi perché di dindini non ce ne sono tanti, e allora bisogna far mulinare le idee più rapidamente degli altri, e vuoi che bisogna farlo per tempo perché bisogna bruciare gli altri sui parametri zero. E non escludiamo anche perché pronti via l’Inter parte con Skriniar e Dzeko automaticamente non più sotto contratto, più un Lukaku da ricomprare.
Gli arrivi quasi conclusi in contemporanea di Marcus Thuram, Azpilicueta e Bisseck sono molto logici e molto opportuni, tralasciando per ora la manovra ben disegnata su Frattesi. Si è perso Vicario a causa dell’incorreggibile errore di Zhang di non far effettuare l’acquisto preventivo previa la cessione danarosa, ma appunto là la colpa è facilmente individuabile quindi è quasi inutile rimarcarlo. Clamorosa invece l’azione su Marcus Thuram, letteralmente scippato al Milan con una rimonta fulminea da zero a 100, dopo che i rossoneri avevano pazientemente lavorato il giocatore ai fianchi: al di là della beffa provocata che fa godere il mondo interista, ciò che conta è l’essersi assicurati da svincolato un giocatore che potenzialmente può diventare uno dei più decisivi in campionato.
Andrebbe tutto bene se non fosse per il comparto vendite, notorio tallone d’Achille dell’Inter. Attenzione: non tanto per le defezioni eccellenti, ché tanto ormai si è capito che l’Inter si deve autofinanziare (quando va bene) e dunque si deve imporre questa sofferenza.
Ma piuttosto perché quando giù ti trovi in una situazione simile, hai l’obbligo di ricavare dalle cessioni il massimo possibile, ma sottolineo il massimo possibile però ragionevole, non fuori parametri.
E dunque è inconcepibile che l’Inter accetti meno di 50 milioni per Brozovic, meno di 65 milioni per Onana, e meno di 20 milioni per Gosens. Sul tedesco il tiro si sta aggiustando, sul camerunense forse si è capito (forse) che accontentarsi di soli 50 milioni dal Manchester United sarebbe un regalo, ma su Brozovic l’Inter sta letteralmente regalando 25 milioni di incasso in più a Barcellona o arabi, gente che decisamente non ne ha bisogno.
Per rendimento, condizioni del giocatore e penuria di interpreti nel ruolo, 50 milioni per Brozovic è proprio il prezzo suo, da committenti peraltro ùche si sono appena permessi di prezzare Ruben Neves a 55 milioni. Concedere una grazia simile è davvero un errore esiziale.
Testata giornalistica Aut.Trib.di Milano n.160 del 27/07/2021
Direttore Responsabile: Lapo De Carlo
Iscritto al Registro Operatori di Comunicazione n. 18246
© 2024 linterista.it - Tutti i diritti riservati