Perché l’Inter non è la favorita per lo scudetto sulla carta: gioca meglio di tutte, ed è differente…

Contro il Frosinone ancora una volta si è vista un’Inter che l’ha vinta puntando sulla qualità e sullo schienare l’avversario concentrandosi sul giocare meglio, il che è il comune tratto distintivo delle prestazioni di Simone Inzaghi, tanto in questa stagione quanto nei due anni e un terzo della sua epoca. A questo l’Inter ha aggiunto la saggezza di amministrare il dosaggio del martellamento, non partendo necessariamente a mille e senza limiti per finire poi con la benzina in riserva a inizio Secondo Tempo ed essere costretta ad arrancare nell’ultima mezz’ora - per intenderci quanto si è visto contro Sassuolo e Bologna, e in tante altre Inter bellissime e naif.
Non è un cambio da poco: perché nessuno ha sufficiente birra per durare tutta una partita (tanto più se proviene da un infrasettimanale); perché il non avere un piano B è quanto abbiamo rimproverato a Simone Inzaghi nell’anno dello scudetto del Milan; perché il Frosinone nella fattispecie è venuto a fare una signorissima partita a San Siro, dove ha pagato i suoi limiti tecnici ma neanche particolarmente, più che altro è stato sentenziato dalla rinnovata qualità dell’Inter di dosarsi le forze nell’arco della partita, e ovviamente dallo strapotere tecnico le volte che i nerazzurri hanno spinto.
Sono tutti ulteriori fattori che completano il quadro offerto dalla truppa di Simone.
Favorita per lo scudetto l’Inter? Non è esatto detta in questi termini.
Inter migliore di tutte le altre per quanto visto finora? Assolutamente.
Ma sono due cose ben diverse: il giochino innescatosi da quando Allegri ha cominciato a menarla sull’Inter naturale favorita, è quello ovviamente di gettare la croce del favore del pronostico sull’Inter, cosicché da fare sentire la pressione e soprattutto dare adito al corollario: “Se sei primo fai il tuo, senno deludi”, che è appunto strumento di pressione tipo tortura medievale.
Ma l’Inter gioca meglio di tutte, non è e non era favorita sulla carta: il che è ben differente.
Non lo è per monte ingaggi, con la Juventus ben oltre; non lo è per capacità di spesa, con il Milan che ha sborsato 120 milioni nell’ultima campagna acquisti, e soprattutto 50 oltre quanto incassato; e non lo è decisamente per autonomia economica, visto che per fare mercato ha dovuto vendere Onana, Brozovic e Gosens.
Ma soprattutto, non lo è favorita sulla carta perché su questo tutti ma davvero tutti erano c’accordo.
Ricordatevi i giudizi unanimi a bocce ferme quando era appena finito il calciomercato: si parlava di un’Inter impoverita che aveva perso Lukaku, Dzeko, Brozovic, Skiniar e Onana; si parlava di un’Inter incompleta che si era fatta sorprendere sul mercato; si parlava di un’Inter che aveva lasciato Lautaro da solo in attacco; e di conseguenza, con giudizi insufficienti su Thuram (invece la vera sorpresa dell’intero campionato finora). Per non parlare poi dei giudizi su un Simone Inzaghi troppo prevedibile sulle scelte tattiche, e troppo banale nei cambi e nell’incapacità di cambiare modulo.
Se invece l’Inter sta valorizzando una rosa con due scelte per ruolo; un mercato intelligente ancora una volta a costo zero, farcita di scommesse su parametri zero, dove ha puntato tutto coraggiosamente su Thuram; lo si deve proprio al lavoro in campo, alle idee e alla gestione di Simone Inzaghi, e insomma all’aver aumentato il proprio valore e qualità in virtù delle prestazioni, e non per un diritto di censo dato dal mercato e dai soldi come si vorrebbe sottintendere ogni volta che si parla di Inter favorita.
L’Inter è lassù perché se lo sta meritando giornata per giornata giocando meglio di tutti.
E’ la più meritevole finora, insomma la migliore per quanto visto: il che è diverso da essere la favorita sulla carta.

Testata giornalistica Aut.Trib.di Milano n.160 del 27/07/2021
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