Per sempre ti sarò vicino

Per sempre ti sarò vicinoTUTTOmercatoWEB.com
domenica 27 febbraio 2022, 21:43Editoriale
di Gabriele Borzillo

Crisi pallonara? Beh, al netto di segnare col contagocce sbagliando pure a porta vuota da zero metri direi anche sì. Senza preoccuparsi più di tanto ma negarlo, mettersi le famose fette di prosciutto spesso un paio di centimetri sugli occhi, sarebbe peggio. È un momento così, probabilmente inatteso dopo le prestazioni offerte dalla squadra e nel derby, torno lì ma quella sconfitta non ha un senso logico nemmeno oggi e, soprattutto, in Champions, tre quarti di partita tenendo testa a una delle più forti armate pallonare europee. Sono sincero, post Liverpool ho pensato di avere una squadra importante, perlomeno nell’undici iniziale: una di quelle squadre che basta poco, leggasi paio di innesti giusti e poi giocarsela con chiunque. Attenzione, per quelli che leggono e interpretano male la lingua italiana anche nelle sue accezioni più chiare e limpide, ho scritto giocare, non vincere: giocare, sottolineato due volte.

Sgombrato il campo dalla qualunque interpretazione personale senza un senso, torniamo ai nostri fantastici pedatori e al momento complicato. Facile limitarsi a un generico “sono stanchi, hanno bisogno di rifiatare, giocano ogni tre giorni da un mese e mezzo”: però, alla fine dei conti sinox allo scivolone inatteso col Sassuolo, oddio le avvisaglie c’erano ma quella partita, opinione mia, cento volte la giochi e cento volte non finisce così, tutto era nella norma. Tutto...leviamo quei quattro minuti di follia stracittadina, il resto era nella norma. È Genova che non comprendo, neanche il giorno dopo, neanche a mente fredda, neanche rileggendo le statistiche di una partita brutta che brutta è un complimento. Perché venerdì sera io, con la totalità dei tifosi nerazzurri, aspettavo una reazione di quelle che ti fanno dire è andata male una volta ma rieccoci, non crediate di esservi liberati di noi. Invece, dopo un paio di minuti nei quali ci ho anche creduto, quelli in campo hanno smesso di crederci.

E Simone nostro, nelle ultime uscite non è che mi avesse convinto particolarmente, ci ha messo del suo. Giubilato Lautaro che nemmeno Ponzio Pilato, Sanchez continua a essere un fantastico cambio da mezz’ora finale ma le partite non le può cominciare – smentiscimi qualche volta, mi renderesti un uomo felice amigo - sostituito Skriniar per turnazione, Danilo non lo ha fatto rimpiangere, la squadra è parsa imbolsita, lenta, involuta, peggior prestazione da anni a questa parte di Brozo e Barella insomma, irriconoscibili. E ce ne sarebbe ancora da scrivere perché Marassi è stata una rappresentazione di bassa fattura. Però, nell’economia di un campionato, ci sta toppare un paio di volte. L’Inter non è la prima e non sarà nemmeno l’ultima a farlo. Quindi bene le critiche, bene il dibattito, bene i suggerimenti e anche le corrette incazzature.

Quel che fatico a comprendere è la cattiveria gratuita, gli insulti, il chiedere la testa di un ragazzo che al primo anno ha vinto la Supercoppa, farà ridere intanto da quanti anni mancava?, ci ha portato agli ottavi di Champions dopo un decennio, è lì a giocarsi lo scudetto, con una partita in meno. Ultimamente ha fatto male? Sì, certo che sì. E allora? Essere tifosi, al netto di arrabbiarsi per le brutte prestazioni un minuto, dieci minuti, un’ora, facciamo pure una serata, significa stare vicino ai propri colori, anche quando le cose vanno male. Anzi, soprattutto in quei momenti. Altrimenti è troppo facile. Altrimenti è inutile andare al Meazza a cantare “per sempre ti starò vicino”.

Nessuna lezione di interismo, ci mancherebbe, piuttosto semplice constatazione della realtà.

Rialziamo la testa tutti quanti, c’è un derby da giocare: e un campionato da vincere.

Alla prossima.