Non fidatevi dei corvi (fidatevi di PP…)
Sì lo so, ieri si è giocata Inter-Salernitana con tutto ciò che ne consegue, ma ne parliamo un po’ più giù. Prima una cosa persino più importante, perché le partite passano, ma le leggende no.
Giuseppe Prisco detto Peppino, professione avvocato, è entrato nella Hall of Fame dell’Inter, ovvero nel club “dei più grandi nerazzurri di sempre”. Mai scelta fu più giusta. A 18 anni fece la campagna di Russia, a 24 divenne socio dell'Inter, a 27 segretario, a 28 consigliere, vicepresidente del club dal 1963 al 2001. Disintegrava tutti con l’arma più pericolosa e “rara” che c’è: l’ironia. E con ironia avrebbe commentato il suo ingresso nella “hall” insieme a Gianluca Pagliuca, Marco Materazzi, Wesley Sneijder e Samuel Eto'o, tutti presenti ed emozionati ieri sera, sul prato del Meazza.
“È stato lui a convincermi ad acquistare l'Inter dopo che era stata di mio padre. Una specie di agguato all'angolo che mi fece decidere su un'idea che non mi era mai sfiorata prima di quel momento. In due settimane il club era mio”. Così, Massimo Moratti, mica uno qualsiasi. “Vorrei sottolineare il suo spessore. Una sera a cena mi invitò a casa sua, c'erano dappertutto le immagini dell'Inter e in un angolino i riconoscimenti ottenuti da Alpino. Era stato capace di tornare dalla Russia con tutto il contingente che gli era stato affidato. Gli dissi che doveva mettere in evidenza le medaglie al valore, ma mi spostò il discorso sull'Inter. Quello che mi ha sempre colpito di lui è che non viene ricordato come un eroe di guerra, ma come un avvocato appassionato interista e anti milanista. Ma forse anche a lui piace essere ricordato così”. Già, era un eroe. E forse guardando quel che accade oggi un po’ più a est, riusciamo a capire perché.
Ok, ieri l’Inter è tornata a vincere e a convincere, francamente contava solo quello. Forse Peppino ha allungato la sua mano, forse siamo noi che abbiamo esagerato con gli allarmismi, forse bastava che l’Inter tornasse a fare l’Inter. E comunque, su, dovevi battere la Salernitana, non il Barcellona di Guardiola.
Fatto sta che sono tornati i tre punti, sono tornati i gol di Lautaro e Dzeko, la classifica a parità di partite giocate dice “Inter prima” e se state pensando “Sì ma le altre devono ancora giocare” sappiate che loro non fanno altrettanto quando si tratta di pensare al mitologico recupero Bologna-Inter.
Ok, la strada è lunga, l’Inter di novembre e dicembre è ancora un lontano ricordo, ma guai a dar retta a quelli che vedono tutto nero, sono gli stessi che a Natale parlavano di “Inter più bella di sempre” e, banalmente, si cibano di iperboli. Lo scudetto si vince con la costanza e la pazienza, quella che ci vuole sempre e soprattutto quando i corvacci gracchiano nella tua direzione. Inter-Salernitana 5-0, tre gol di Lautaro, due di Dzeko, doppio assist di Barella: prendete e portate a casa.
“Le fa paura il Milan?”. “Sì, ho forti timori che quest'anno rimarrà in Serie A” (P. Prisco).
Testata giornalistica Aut.Trib.di Milano n.160 del 27/07/2021
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