Nessuno tocchi Skriniar: è diventato una bandiera e merita la fascia
L’infortunio di ieri con la nazionale ci ha fatto preoccupare non poco, ci ha ricordato ancora una volta che non possiamo immaginare la nostra squadra senza di lui. Skriniar è il nostro futuro, l’uomo da cui ripartire a tutti i livelli. A quanto pare dopo lo spavento possiamo tirare un importantissimo sospiro di sollievo.
L’Inter del futuro si sta formando, Marotta e Ausilio hanno mosso le loro pedine con largo anticipo lavorando sulla squadra della prossima stagione già a fine 2021.
La dirigenza sta preparando il terreno per i colpi in entrata da tempo programmati: Onana e Mkhitaryan sono acquisti fatti, Dybala e Bremer attendono ai cancelli di Appiano mentre Bellanova e Asllani aspettano di capire se il loro futuro sarà a tinte nerazzurre. In tutto questo c’è anche da considerare le uscite ma il nome di Skriniar non deve essere toccato.
Lo slovacco non ha intenzione di muoversi, vuole diventare il capitano di questa squadra, è il suo obiettivo da sempre e, con Handanovic che potrebbe diventare il dodicesimo, il difensore nerazzurro avrà tante probabilità di indossare finalmente la fascia al braccio.
Skriniar (non si offenderà ma preferisco sempre evitare di scrivere il suo nome di battesimo) è stato il grande baluardo della difesa nerazzurra schierata a 4 prima dell’arrivo sulla panchina di Antonio Conte.
Riavvolgiamo il nastro per un breve istante: doveva lasciare l’Inter, poteva essere uno dei big da sacrificare sull’altare del miglioramento, del “passo avanti” verso quel tipo di costruzione di gioco dalle retrovie che tanto va di moda nel calcio in questi ultimi tempi e che Conte aveva intenzione di intraprendere da subito.
Sembrava che il credo difensivo dell’ex allenatore nerazzurro non fosse adatto alle caratteristiche fisiche e tecniche del gigante slovacco, troppo macchinoso, troppo lento per chiudere le diagonali e troppo “legnoso” con i piedi per costruire dal fondo una ripartenza veloce sul pressing alto degli avversari.
Il primo anno con Conte è’ stato per il numero 37 forse il più difficile, la difesa a tre proprio non riusciva a calzargli, troppo grandi i suoi piedi per quelle scarpe eleganti e sottili, lui abituato a triturare gli avversari in anticipo dalla zona centrale, anticipandoli e annichilendoli nell’uno contro uno davanti alla propria area di rigore.
Ma quando difendi a tre devi coprire anche la fascia, oltre a coprire la zona difensiva, devi allargarti e tornare in posizione dopo aver occupato la metà campo avversaria. Per uno come lui è stato davvero difficile scendere a patti con il cambio di modulo.
C’è voluto un po’ di tempo ma Skriniar è diventato ancora più forte, lui è troppo tosto per cedere e il carisma non gli è mai mancato anzi, se possibile, le difficoltà hanno aumentato la sua autostima.
Ho sempre pensato che un giocatore forte lo è anche se lo sposti di 10 metri, anche se lo metti in una situazione a lui non congeniale, se è forte si abituerà, reagirà e troverà il modo di rendere come, se non meglio, di prima.
Skriniar è diventato una bandiera, un giocatore che ha incarnato l’interismo fin dal momento in cui ha deciso di rinunciare al suo procuratore pur di legarsi per sempre alla maglia nerazzurra.
La fascia di capitano sarebbe un giusto premio oltre che un orgoglio per un uomo, prima che un giocatore, che ha puntato tutte le sue fiches sulla ruota nerazzurra perché l’ha considerata vincente, l’ha considerata casa.
E a casa Skriniar vorrà rimanere. Io non vedo l’ora di vederlo con quella fascia al braccio che non potrebbe avere proprietario migliore!
Testata giornalistica Aut.Trib.di Milano n.160 del 27/07/2021
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