Milan Skriniar. E basta

Milan Skriniar. E bastaTUTTOmercatoWEB.com
sabato 18 giugno 2022, 00:00Editoriale
di Fabrizio Biasin

Forse questo pezzo l’ho già scritto in passato, anzi certamente sì, ma questa volta ha più senso e comunque è diverso. 

Qui si parla di Milan Skriniar, calciatore slovacco. Difensore. Molto tatuato. Uno che in borghese ti dice “buongiorno e buonasera” ma, quando lavora, è meglio se gli stai alla larga perché, credimi, non gliene frega nulla di chi tu sia. Cioè, puoi essere suo conoscente, amico, fratello, clone, lui comunque ti fermerà. Con le buone o con le cattive, s’intende. 

Milan Skriniar ha un limite nel nome ma altri non ce ne vengono in mente e, tra l’altro, il nome mica lo ha scelto lui. Quando sposò il nerazzurro - storia di qualche anno fa - la maggior parte dei tifosi e di molti tra gli espertoni dissero: “Ma chi cazz è questo?”. Intendiamoci, lo si conosceva già, ma la vulgata fu spietata: “Così tanti milioni per un pirletti qualunque della Samp? Un perfetto semi-sconosciuto? Ma per favore…”.

La chiamata in nerazzurro lo portò al settimo cielo, forse pure all’ottavo e al nono. Leggenda vuole che il ragazzo - ancora in attesa di firmare - chiese al suo agente di accelerare le operazioni perché, sapete com’è, poi magari qualcuno ci ripensa. Nelle sue prime apparizioni convinse assai, e tutti quelli che “eccolo qui l’ennesimo rincalzo….”, cominciarono a dire “minchia oh, questo qui può addirittura fare il titolare”. 

Diventa ingranaggio perfetto nella difesa a quattro spallettiana, poi arriva il sor Antonio Conte e quella - la difesa “a quattro” - perde un pezzo e diventa “a tre”, e quello - Milan Skriniar - perde la fiducia del suo allenatore e finisce in panchina, in un angolo, sul mercato, sacrificabilissimo, del resto “cosa ce ne facciamo di uno così? A tre non sa mica giocare”. 

Lui, muto, non dice una parola: zero polemiche, neanche un “porca miseria, l’anno passato ero titolare fisso e ora sembro l’ultimo dei pirla”. Niente, solo silenzio e gran lavoro. E con quello - il lavoro - e quelle - le qualità - finisce per imparare un nuovo mestiere, quello del difensore “a tre” che, badate, può sembrare la stessa roba (“se difendi a 4 difendi pure a 3”) ma invece è proprio un altro lavoro, questione di spazi da coprire e movimenti da oliare col tempo e l’applicazione. 

Oltre a tutte queste cose “di campo” si notano gli atteggiamenti “extra campo”: il ragazzo è sempre professionale, sempre attaccato alla maglia, sempre in prima linea nel bene e nel male, sempre molto interista, così tanto da fare una cosa che non fa nessuno, ovvero mandare affanzum il suo procuratore quando si tratta di rinnovare il contratto. 

Milan Skriniar giochetti non ne fa, vuole l’Inter e solo l’Inter, liquida il procuratore, rinnova, continua a giocare daddio, offre continui assist ai suoi estimatori sotto forma di ottime prestazioni (“sarà il nuovo capitano!”) e, soprattutto, va avanti a fermare tutto e tutti: attaccanti, terzini, magazzinieri, faccendieri vari.

E veniamo a oggi. Siffatto spettacolo di giocatore non poteva non attirare l’attenzione di questo e quello: lo vogliono in Premier, lo vogliono i ricchissimi petrol-pallonari parigini. Offrono 50 milioni. E l’Inter dice “ma neanche per idea”. Rilanciano a 50 milioni più un giocatore tra quelli che in Francia son lì a pascolare. E l’Inter rispedisce nuovamente al mittente. Fine? Neanche per idea. Il Psg ancora non si è ripresentato ma presto lo farà. Un’offerta da 70 milioni potrebbe far crollare il castello e, soprattutto, potrebbe accelerare quel principio d’ulcera che già ci ha preso nell’estate dei Lukaku (ormai figliol prodigo) e degli Hakimi (ah, Hakimi…).

Se fossimo totalmente ingenui diremmo “cazzo, Uefa, ma questi come possono presentare un’offerta esagerata senza dover rendere conto ai paletti che tu stessa hai da poco aggiornato e reso ancor più severi?”. Ma purtroppo non siamo così ingenui e ben sappiamo: il Psg è come il bullo al liceo e vive di ingiustizie e protezioni. Maledetto bullo.

E allora non possiamo fare altro che rivolgere un appello, anche questo parecchio ingenuo. Pronti? Via. 

Inter, tieniti stretto il tuo prossimo capitano, quel tizio slovacco che ha già dimostrato con i fatti tutto quello che doveva dimostrare. E non stiamo parlando di banalissime prestazioni, ma di dna nerazzurro. Uno così va oltre le logiche del mercato. Uno così va oltre tutto. 
“I giocatori passano, l’Inter resta”. Ecco, questa frase ha senso praticamente sempre, tranne quando non ce l’ha. E questa volta non ce l’ha. E stiamo parlando di Milan Skriniar, giocatore che, nome a parte, ha davvero tutto al posto giusto.