Lautaro è di nuovo Toro seduto
Sale la febbre alla vigilia del dentro o fuori di Champions League con il Liverpool e per un Dzeko tornato a segnare a raffica, Lautaro è di nuovo Toro seduto.
Con gli ultimi gol alla Roma in Coppa Italia e al Napoli in campionato, il cigno di Sarajevo si conferma il capocannoniere stagionale dell’Inter con 14 reti, mentre Lautaro si è fermato a quota 12 gol complessivi.
L’argentino non segna su azione dal 17 dicembre scorso con la Salernitana e su rigore dal 12 gennaio scorso, in Supercoppa Italiana contro la Juve. Insomma solo dal dischetto nelle ultime nove gare ufficiali, poi il vuoto, malgrado Inzaghi abbia continuato a preferirlo nelle scelte di partenza in attacco.
Lautaro sta attraversando un periodo di flessione simile che a quello vissuto tra ottobre e novembre, quando non riuscì a segnare per 5 gare di fila di campionato, sbagliando pure un rigore nel Derby di andata, prima di sbloccarsi proprio nella partita d'andata contro il Napoli.
Per questo si sperava accadesse di nuovo a Napoli, perché dopo il gol all’andata il Toro aveva poi segnato cinque gol in sei partite: stavolta invece in tabellino c’è finito solo per l’assist per il gol del pareggio di Dzeko, ma per uno come lui non può bastare. Adesso sono in molti a pensare che contro il Liverpool possa partire Alexis Sanchez al fianco di Dzeko, ma bisogna pensarci bene.
Una panchina per Lautaro nel match, se non più importante certamente più prestigioso, potrebbe fiaccarlo nel morale e non che il Niño Maravilla abbia nella continuità la sua dote migliore: con puntualità alterna prestazioni leggendarie con gol da cineteca come quelle con la Roma in Coppa Italia o con il Cile in Bolivia, perché questi su e giù gli capitano anche in Nazionale, ad altre in cui entra in campo e fa solo confusione, come nel Derby o nell’arrembaggio finale di Napoli.
Insomma, fermo restando che ogni attaccante ha i suoi momenti più o meno prolifici, alla fine il più affidabile si sta dimostrando ancora il vecchio Dzeko, che tra altro col Liverpool vanta grandi numeri in carriera.
Lui i Reds li ha già affrontati ben undici volte da avversario, ai tempi del Manchester City. E altre due con la maglia della Roma, proprio in Champions League. Dopo il Manchester United, al quale ha segnato 9 gol e il Tottenham, timbrato 6 volte, è proprio il Liverpool la sua vittima preferita con 5 reti segnate, di cui 2 proprio nelle semifinali di Champions League 2017-18 in maglia giallorossa. Lì, malgrado l’eliminazione della Roma, Dzeko segnò sia all’andata sia al ritorno, aggiungendoci pure un assist.
Tornando ai digiuni di Lautaro, gli sono già capitati periodi di astinenza, ad occhio e croce tra le cinque e le sette partite, ma nelle ultime due stagioni c’era comunque Lukaku a fare anche i suoi gol e si notava meno.
Quest’anno, dopo aver firmato il nuovo contratto fino al 2026 che lo ha portato ad essere il calciatore più pagato dell’Inter, ci si aspettava che il Toro fosse il primo attaccante nerazzurro e Dzeko la sua spalla, mentre sta accadendo l’esatto contrario e quindi c’è un po’ più di apprensione.
Inoltre, non si possono pretendere da Dzeko i numeri di Lukaku, 34 gol il primo anno, 30 il secondo. Oltretutto, anche Romelu al Chelsea ha sensibilmente abbassato la sua media, pur essendosi appena laureato Campione del Mondo per Club con due gol nelle due gare decisive.
Quindi, è ora che il Toro si rialzi, più che per il doppio impegno di Champions per il finale di Campionato che, sulla carta, a parte l’ultimo scontro diretto con la Juventus a Torino, propone all’Inter una serie di partite più che abbordabili.
Testata giornalistica Aut.Trib.di Milano n.160 del 27/07/2021
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