La partita decisiva (e chi vi dice il contrario, mente)

La partita decisiva (e chi vi dice il contrario, mente) TUTTOmercatoWEB.com
sabato 2 aprile 2022, 09:04Editoriale
di Fabrizio Biasin

Oggi i signori Inzaghi Simone e Allegri Massimiliano faranno a gara per dirvi che Juventus-Inter “è importante, ma non decisiva, del resto ci sono ancora tante altre partite, il campionato è lungo, la Primavera è appena iniziata, Natale con i tuoi e Pasqua con chi vuoi e bla bla bla”. Tutte cazzate.  Legittime (del resto il loro compito è tenere tranquilla la truppa), ma cazzate.
Juve-Inter in programma domani sera non è decisiva, è stra-decisiva. E lo è per entrambe. E davvero non si scappa da questa considerazione. E ci arriva persino un bimbo a capire perché. E ci arrivo persino io, figuratevi. 
Mettiamo che il match tra “migliori nemiche” finisca in parità: addio scudetto per l’Inter, amarezza totale per una Juve mediocre e condannata al pareggiotto in casa, autostrada spianata per le avversarie. Che tristezza.

Mettiamo che vinca l’Inter: i nerazzurri si ringalluzziscono, tutte le critiche delle ultime settimane si trasformano in “occhio che son tornati i rulli compressori di dicembre” e “ora sì che lo scudetto è possibile”; la Juve al contrario abbandonerebbe le residue speranze di vincere il tricolor, finirebbe nel tritacarne mediatico e non vi dico il massacro che toccherebbe ad Allegri.

Mettiamo che vinca la Juve: per Inzaghi inizierebbe un supplizio che probabilmente non è in grado di reggere, spunterebbero nomi di sostituti per la panca a dozzine, qualcuno butterebbe là frasi come “ora i nerazzurri devono sperare di salvare il quarto posto”, ma anche “è il caso di far finire la stagione a Inzaghi o meglio cambiare subito?” (un grande classico).

E voi direte “stai esagerando” ma ben conosco i miei polli e, anzi, io ve lo dico: andrebbe anche molto peggio di così. Ecco perché Juve-Inter di domani non è la solita Juve-Inter (già di per sé sfida piuttosto incarognita), porta appresso molto più dei tre punti in palio e ci dirà in maniera netta quale sarà il destino della beneamata: uscire da Torino con un successo significherebbe apparecchiare un finale di stagione con vittorie in serie o quasi, diretta conseguenza di una consapevolezza smarrita subito dopo Natale e finalmente ritrovata. Perdere, al contrario, farebbe calare il sipario su una stagione partita in sordina, poi diventata esaltante e, infine, liquefatta come ghiaccio nel forno crematorio. 

Tutto questo per dire una cosa: domani serve la “vecchia” Inter targata Inzaghi, quella che a un certo punto sembrava giocasse a memoria. Ancora di più, serve gente con attributi cubici, che non abbia paura di uno stadio di nuovo pieno e assatanato, gente che voglia mettere a tacere settimane di chiacchiere in serie, critiche legittime ma anche pretestuose, sentenze premature del tipo “per l’Inter lo scudetto ormai è utopia”. 
Utopia un cazzo, detto in francese. 

Buon derby d’Italia a tutti, ma soprattutto a noi. Ecco.