La Marotta League logora chi non ce l’ha. E Inzaghi ha fatto il suo dovere facendo piazza pulita dopo Istanbul

La Marotta League logora chi non ce l’ha. E Inzaghi ha fatto il suo dovere facendo piazza pulita dopo IstanbulTUTTOmercatoWEB.com
venerdì 8 marzo 2024, 22:49Editoriale
di Patrick Iannarelli

C’è una Marotta League? Sì certo, se si crede a qualsiasi cosa e se si va dietro a qualsiasi polemica partorita dai social. Una sequela di castronerie che spesso si nota quando la cultura del sospetto è talmente elevata che fa a pugni con quella che è la realtà dei fatti. 

Andiamo con ordine, altrimenti si fa soltanto confusione. In primis bisognerebbe avere la coerenza di abbandonare tutto, affossare quella che di fatto è la propria passione perché la Marotta League non può dar fastidio soltanto quando va contro ai propri interessi pallonari. Il rigore su Barella non c’era, ma è pur vero che episodi simili hanno segnato la storia del nostro calcio da cinquant’anni a questa parte. Sbraitare oggi ha pochissimo senso, soprattutto se poi si continua incoerentemente a finanziare un sistema che si ritiene marcio. In questo caso si parla di complici, non di vittime. 

Questo chiaramente se ci limitiamo solo e soltanto al campo e agli aiutini. L’Inter con l’arrivo di Giuseppe Marotta ha un peso differente, inutile girarci intorno, lo percepiscono i giocatori, la società e anche i tifosi delle squadre avversarie. Sacrosanto contestare la situazione finanziaria del club, davanti agli occhi di tutti con bilanci pubblici, ma anche in questo caso va aggiunta un’altra nota: è il sistema calcio che versa in condizioni pietose, le società hanno costi elevati e spesso la gestione in passato è stata discutibile. Non solo l’Inter è in una situazione simile, ma praticamente l’80% delle squadre professionistiche. Roba da parlarne per settimane e mesi, ma il grido d’aiuto è stato già lanciato da chi fa parte di questo sistema di business che ad oggi, senza mezzi termini, non è più sostenibile. Quindi? Non si può contestare l’Inter? Certo che si può, ma se si analizza solo quello che fa comodo per dar valore alla propria tesi si entra appunto nel meccanismo social, roba contorta che permette di crearsi una propria nicchia senza contraddittorio, ma soltanto con la convinzione di avere la verità in tasca. La vita reale però è altra roba (e vale per tutti).

Tornando al campo, quello vero, Inzaghi ha perso pure troppo tempo. Che ci fosse qualcuno pronto a remare nel verso contrario era abbastanza palese, nessuna squadra può cambiare radicalmente tra campionato e coppa, salvo rarissimi casi. Epurare chi non aveva a cuore l’Inter è stato un gesto naturale, soprattutto alla luce di ciò che si sta vedendo oggi. Questa squadra oggi incanta perché il gruppo ha la precedenza sul singolo (si mi riferisco a Lukaku), non si molla mai la presa, chi entra ha voglia di giocare a pallone con la maglia nerazzurra. Nota di merito ad esempio per Frattesi su cui devo fare un mea culpa bello grande: ho passato un’estate intera a dire “ma chi te lo ha fatto fare”, ma alla fine hanno avuto ragione tutti gli altri. E se continua così ne vedremo delle belle per l’anno prossimo. 

L’Inter è prima con merito, forse qualche scelta dubbia c’è pure stata, ma la costruzione della rosa in situazioni deficitarie e l’aver stravolto una squadra da un anno all’altro hanno dimostrato che si può far bene anche quando non si ha il vento a favore. Poi certo, la Marotta League esiste, non ci sono più le mezze stagioni, il nuoto è uno sport completo e si stava meglio quando si stava peggio. Che vuole signora mia, that’s football.