L’assemblea, il futuro dell’Inter e un saluto a Xavi

L’assemblea, il futuro dell’Inter e un saluto a XaviTUTTOmercatoWEB.com
sabato 29 ottobre 2022, 11:28Editoriale
di Fabrizio Biasin

Ah, che bello star qui a mostrare la ruota come i pavoni dopo quel che è accaduto in settimana: una qualificazione alla Champions sontuosa, meritata, bellissima, con Xavi che frigna un po’ e l’Inter che potrà andare all’Allianz Arena di Monaco in panciolle. Troppa grazia, soprattutto dopo un inizio di stagione passato a martoriarci i santissimi.

L’aria è cambiata e, certo, si può tentare la rincorsa in campionato. Parliamoci chiaro, trattasi di impresa non da poco, ché il ritardo accumulato è corposo, in ogni caso la cosa più importante è “stare attaccati”, ovvero pensare di arrivare alla sosta Mondiale con un distacco di 6 punti dalla vetta (sempre che il Napoli rallenti un po’: vanno come treni merci).

Ma le considerazioni di campo passano in secondo piano rispetto a quel che è accaduto ieri, all’attesissima assemblea degli azionisti che ha visto patron Steven Zhang assoluto protagonista. 

Lo avete sentito, ha detto cose come “Ho letto molte speculazioni, ma il futuro del club e l’impegno da parte nostra nel lungo periodo sono sempre stati chiari, fin dal 2016. Siamo in grado di portare il club a nuovi successi, anno dopo anno. Il nostro impegno nel lungo periodo sarà all’altezza del valore dell’Inter”.

E anche: “I mandati a vendere a Goldman Sachs e Raine Group? Le voci non sono importanti, non abbiamo siglato accordi con nessun advisor”.

E pure: “Il club lotta per la seconda stella, lotta per vincere nel rispetto della sostenibilità. Vinceremo, sul campo e fuori dal campo. Questa è la prima stagione in cui scorgiamo un segno di ripresa dopo la pandemia. Dal 2016 a oggi ci sono stati investimenti per un miliardo di euro, che hanno consentito di aprire una nuova era. Abbiamo portato l’Inter nel panorama del calcio contemporaneo: ecco, dico che il nostro obiettivo è quello di mantenere il club al livello più alto possibile”.

Fino a: “Vogliamo un costante miglioramento dentro e fuori dal campo. L’obiettivo è che alla fine di ogni sessione di mercato la squadra risulti migliorata, finché saremo all’Inter ci adopereremo in tal senso. Poi vogliamo migliorare la stabilità finanziaria e aumentare i ricavi”.

Più altre dichiarazioni relative al nuovo stadio (“Lo vogliamo”) e al rinnovo di Skriniar (“Non sono preoccupato”).

Bene, siccome tra coloro che nel recente passato hanno parlato di “tentativo di passaggio di consegne” c’è anche il sottoscritto (poi seguito dal Financial Times, mica pizza e fichi) è giusto capire cosa sia successo. Il qui presente conferma: un mese e mezzo fa (giorno più, giorno meno) la famiglia Zhang si è resa disponibile alla cessione a fronte di proposte da 1,2 miliardi. 

Ora, i casi sono due: o Steven Zhang sta dicendo cose che non pensa (ma francamente il suo discorso è parso parecchio risoluto), oppure è cambiata l’aria, forse anche grazie alle novità arrivate dall’inquietante Congresso Cinese (ma francamente in questo caso è difficile avanzare qualunque genere di ipotesi).

Certezze? Diciamo tre. 

La prima: piaccia o non piaccia, dopo gli anni dei settimi posti la famiglia Zhang ha riportato l’Inter al livello che le compete e lo ha fatto attraverso corposi investimenti. Non riconoscerlo sarebbe irriguardoso. 

La seconda: occhio, non è detto che “nuovi proprietari” significhino “successi in serie”, anzi.

La terza: un futuro a lungo termine degli Zhang a Milano deve giocoforza passare da un risanamento a monte, ovvero dall’azzeramento della zavorra chiamata “interessi sui prestiti” (oltre che la restituzione di 275 milioni al fondo Oaktree con scadenza maggio 2024), quattrini che pesano nella gestione ordinaria del club e in qualche modo impediscono a Marotta e Ausilio di portare avanti il sano e certamente doveroso “player trading” (vendi e investi), a fronte di un più complicato e pericolosissimo “vendi e paga i conti”. 

Detto ciò, c’è Inter-Samp e non è il caso di distrarsi troppo.