Inzaghi, le porte girevoli e il giorno della svolta

Inzaghi, le porte girevoli e il giorno della svoltaTUTTOmercatoWEB.com
sabato 8 ottobre 2022, 15:00Editoriale
di Fabrizio Biasin

Oggi si decide la stagione dell’Inter. Eh sì, non si scappa, almeno se parliamo di “ambire allo scudetto”. Certo, è prestissimo, ma una squadra che ha perso 4 delle prime 8 partite in campionato non può star lì a fare troppi calcoli e, oggi, a Reggio Emilia, deve vincere con le buone o con le brutte. 
E “le buone” sono il bel calcio, quello che vorremmo vedere tutti quanti, lo stesso che però passa in secondo piano di fronte alla necessità impellente di dare una raddrizzata alla classifica. E allora vanno benissimo anche “le brutte”. 
Ecco perché oggi non possiamo star qui a raccontare quanto sia stato bello e gudurioso battere il Barcellona, né è il caso di pensare a quanto sarà emozionante vivere la serata del Camp Nou tra pochi giorni. Oggi conta solo l’assai meno affascinante Mapei Stadium, non fosse altro che da queste parti il Milan ci ha vinto uno scudetto qualche mese fa ed è il caso di esorcizzare. 
E veniamo al punto. Il punto, oggi, riguarda le cosiddette “porte girevoli”, che poi sono girevoli come le balle di molti tifosi nerazzurri. Inzaghi, oggi pomeriggio, rimetterà in porta capitan Handanovic e terrà a riposo il sciur Onana. La scelta, va detto, è coraggiosa, per qualcuno sciagurata, altri ancora la definiscono semplicemente illogica. Ecco, noi facciamo parte del terzo gruppo. 


Badate bene, non è che tra i due ci sia chissà quale differenza, perché sì, è vero, Samir non è più all’apice della carriera (eufemismo), ma non è neppure il disastro che si vuol far passare. Qui però il problema è un altro: se la piazza “vota” Onana e i compagni lo abbracciano come si fa con gli orsacchiotti, se il ragazzo sorride bel paciarotto, se - soprattutto - vale ancora il detto “finché la barca va...” di bertiana memoria, allora scegliere di levarlo dal campo suona tantissimo come mossa pregna di masochismo, ché se per caso lo sloveno dovesse combinare anche solo mezza boiata, apriti cielo!, nessuno perdonerebbe lui e – soprattutto - chi lo ha messo in campo.
Ma la polemica preventiva è francamente fuori luogo, anche perché “facilona”. Il qui presente, per dire, l’altro giorno sperava di vedere Asllani in mezzo al campo, poi il migliore per distacco è stato il turco Calha, piazzato laddove, la stagione passata, combinò pochissimo. 
E allora sì, stringiamoci forte e speriamo in un sontuoso colpo di culo, se non addirittura in una bella prestazione. In fondo oggi giocar bene conta nulla – almeno per chi scrive – perché nella stagione delle imperfezioni (la squadra schiacciasassi in Serie A non esiste e là in mezzo alla stagione incombe la “pausona Mondiale”), quel che conta è restare attaccati: cinque o sei punti di distacco dalla vetta prima della rassegna qatariota sarebbero manna dal cielo. 
Manna, di grazia, non ti fare desiderare.