Inzaghi in confusione: ora si prenda delle responsabilità, senza snaturare la squadra

Inzaghi in confusione: ora si prenda delle responsabilità, senza snaturare la squadraTUTTOmercatoWEB.com
mercoledì 21 settembre 2022, 00:00Editoriale
di Filippo Tramontana

E’ la nostra storica caratteristica, da sempre abbiamo quel mal celato masochismo che ci colpisce nei momenti in cui tutto sembra filare liscio.

E’ davvero incredibile e inspiegabile. Conte pensava fosse facile estirpare questa “pazzia” da Appiano Gentile ma, in fin dei conti, non ci è riuscito neppure un testardo come lui.

Conte voleva rendere l’Inter “normale”, ha cercato di liberarla dalla propria schiavitù mentale.

Vale oggi anche per Inzaghi. Forse la soluzione non si trova nel “guarire” l’Inter ma di rendere la sua “pazzia” speciale trasformandola in forza per la squadra e per l’ambiente.

L’Inter è questa, l’Inter è pazza e la sua pazzia deve essere assecondata per portarla a essere utile per un bene superiore: la vittoria.

L’Inter del Triplete ha vinto tutto senza perdere la sua identità o la sua follia.

La follia dell’Inter è assodata e ci piace anche tanto, quello che non è accettabile è il cadere nell’apatia, questa squadra deve reagire evitando di farsi trascinare nel pessimismo cosmico che ora aleggia intorno all’ambiente nerazzurro.

Inzaghi ha richiamato i suoi ragazzi all’attenzione ma non è bastato. Tre sconfitte subite in sole sette partite giocate con il preoccupante dato degli undici gol subiti sono più di un campanello d’allarme che deve dare una forte scossa anche all’allenatore.

Il mister l’ha detto in conferenza stampa, lui si ritiene il primo responsabile e, alla fine dei conti, è la verità.

Inzaghi deve essere il primo a trovare una soluzione in un momento in cui il caos regna sovrano, il comandante ha il timone e se si perde la rotta la ciurma deve fidarsi di chi sta dando gli ordini per ritrovarla, altrimenti si rischia l’ammutinamento e, forse, il naufragare della stessa nave.

Ovviamente l’Inter non può permettersi di perdere la retta via, può sbandare ma non può uscire di pista.

Errare è umano, perseverare purtroppo diabolico e l’Inter persevera, eccome se persevera.

Si dice che Marotta sia sicuro di aver lasciato all’allenatore una squadra in grado di competere per lo scudetto e non si può dargli torto. L’Inter è competitiva, ha giocatori forti che hanno già vinto molto, non si può accettare l’idea che questi stessi giocatori ora non siano più in grado di fare la differenza quando conta davvero. Bastoni, Skriniar, Brozovic, Barella, Calhanoglu e il ritorno di Lukaku sono, da soli, motivi validi e sufficienti per sperare in qualcosa di meglio dell’attuale realtà.

Purtroppo i nomi altisonanti non bastano, ci vuole dedizione e coraggio anche nei momenti complicati come questo. Il lavoro di Inzaghi è ancora lungo, perché la vera difficoltà sarà nel cercare di mettere chiarezza nei suoi stessi pensieri prima di rivolgersi ai suoi giocatori. Il mister sembra vivere un momento di confusione, sembra voler accontentare tutti e, quando lo si prova a fare senza convinzione, alla fine si rischia di ottenere l’effetto contrario e aprire il fianco all’arrivo dei guai.

Forse c’è bisogno di trovare delle vere e proprie gerarchie e di sacrificare anche qualcuno che, probabilmente, il suo massimo lo ha già dato da un pezzo. Inzaghi ora deve prendersi delle responsabilità nelle scelte senza fuggire da esse, deve essere però paziente e non deve snaturare ciò che ha.

Con l’aiuto della società che gli dovrà stare molto vicino, Inzaghi dovrà riuscire a rendere di nuovo vincente un ambiente che in un anno ha alzato la bellezza di tre trofei.