Futuro, rinnovi e troppa fatica
Dopo l’ennesima sosta per le nazionali, quest’ultima particolarmente drammatica per l’Italia, Inzaghi si trova a fare la conta dei giocatori abili e arruolabili, considerando infortuni e stanchezza.
Il problema principale dei prossimi giorni non sarà solo capire chi non è disponibile ma anche quanto siano affaticati i giocatori che non stanno riposando mai e rischiano in ogni partita un infortunio. Il caso più emblematico è quello di De Vrij, il quale ha giocato praticamente sempre e alla fine si è infortunato rimediando un risentimento muscolare, meno grave del temuto stiramento, ma sempre in grado di fargli saltare le prossime tre partite. In difesa al suo posto Ranocchia che ad oggi è un giocatore affidabile, al di là della reputazione figlia di anni in cui era incerto e il pubblico lo beccava. Sanchez ha rimediato una contrattura e oggi farà degli esami per valutare le condizioni, Dzeko è stato rispedito a casa dalla Bosnia, con buona pace del poco educato Elvir Rahimic, il vice ct della Bosnia che sosteneva fossero stupidaggini le preoccupazioni di Inzaghi sulle condizioni dell’attaccante.
E ancora: Lautaro sarà convocato per la gara col Napoli ma è stato toccato duro e comunque negli ultimi tempi sta giocando col fiato corto sia con l’Argentina che con l’Inter. Bastoni sarà disponibile ma non ha giocato con la Nazionale ed è tornato prima del previsto a Milano proprio a causa del suo problema muscolare. Certamente potrà scendere in campo ma si presenta un problema simile a quello di Barella, il quale con la Nazionale è parso l’ombra del giocatore che conosciamo. Stante questa situazione vale la pena chiedersi che tipo di Inter sarà quella che dovrà affrontare la prima in classifica in queste condizioni. Vale la pena mettere in campo Barella se è in queste condizioni? Certo lui e Bastoni sono un valore a cui difficilmente si può rinunciare in big match come quelli contro il Napoli ma mercoledì c’è una partita ancora più decisiva contro un allenatore come De Zerbi che contro l’Inter prepara sempre partite eccellenti. Di Marco, Darmian, Ranocchia e D’Ambrosio si sono allenati alla Pinetina e varrebbe la pena schierarli tutti dal primo minuto col Napoli ma soprattutto vale la pena fare una riflessione su una squadra che nell’ultimo turno col Milan ha visto tre giocatori uscire con problemi muscolari.
Le rotazioni non mancano ma ci sono giocatori che giocano davvero sempre e che varrebbe la pena risparmiare, considerando la follia del calendario attuale. Barella è un giocatore centrale, troppo importante perché si possa rischiare un suo problema fisico o più semplicemente di vederlo muoversi per il campo con quella fatica mostrata con Svizzera e Irlanda.
Per il tema rinnovi dopo quelli di Barella e Lautaro a breve sarà il turno di Di Marco.
Il vero nodo è rappresentato da Brozovic, che sta decidendo se continuare con l’Inter o scegliere un’altra destinazione, mentre Perisic sembra già deciso che lasci a fine stagione. Per il primo l’interessamento del Bayern è un tema non facilmente risolvibile. I tedeschi sono più ricchi e l’ambizione perpetua di voler conquistare la Champions, offrono qualcosa di più al centrocampista ma dall’incontro di ieri sembra essere trapelata la volontà di restare con uno sforzo da entrambe le parti. Per Perisic invece il vero fastidio nasce dall’interessamento del Milan, anche se sembra più una mossa per infastidire di quanto non possa essere una reale volontà. Sarebbe importante tornare a fare un lavoro di scouting, scoprendo, lanciando e valorizzando giocatori che eventualmente abbiano un valore di mercato, piuttosto che trovarsi in situazioni di disagio verso giocatori come Sanchez e Vidal, dall’ingaggio elevato e la permanenza forzata.
L’Inter ha fato un eccellente lavoro con Lautaro e Bastoni, al punto che ci si chiede perché non si possa continuare a investire su giocatori di talento intorno ai 19/20 anni, lasciando che crescano e diventino un bene del club. Sembra un tipo di cultura applicata con poca continuità, scarsa convinzione, come dimostrano le rinunce a Zaniolo e Tonali ma anche di giocatori del vivaio in altri ruoli. Se l’Inter deve diventare sostenibile dovrà puntare su un modello di lavoro che tenga molto più in considerazione giocatori under 21 che creino anche identità e patrimonio del club.
Amala
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