Facciamo qualcosa!

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giovedì 24 novembre 2022, 18:50Editoriale
di Lapo De Carlo


Vi chiedo scusa in anticipo se l’Inter non è al centro di questo articolo.
Non esiste un modo edulcorato per dirlo: il calcio sta subendo un assedio senza precedenti.
Far finta di niente è una consuetudine che mira a proteggere i nostri interessi, ignorare i macro problemi di quella che resta una passione, è un atto di autoconservazione, considerando che le nostre vite private fronteggiano difficoltà dirette.

Per una volta permettetemi però di essere preoccupato e frastornato da quello che sta accadendo, partendo da Qatar 2022.
Premessa: prima che qualcuno agiti il dito della contro morale, ho parlato di questo argomento più volte negli ultimi anni e non mi sono dunque svegliato oggi.

Nel mondiale in corso si sommano vicende politiche e violazioni dei più elementari diritti con una resistenza coraggiosa ma isolata, come quella della nazionale iraniana che non ha cantato l'inno, quella tedesca che ha fatto la foto di rito prima del match clamorosamente perso contro il Giappone, con la mano sulla bocca in segno di protesta contro la FIFA

Le iniziative di alcuni giocatori come Harry Kane e Lewandowski sono state invece azzerate dalle ritorsioni dell’organizzazione qatariota e della FIFA, risolute nel penalizzare con un’ ammonizione immediata l'eventuale fascia al braccio, indossata per evidenziare il rispetto verso la comunità lgbtq, perseguitata in Qatar.

È frastornante vedere una competizione tanto importante, organizzata da una federazione che affonda la lama dei propri interessi nel comune buon senso, interrompendo di netto una stagione e costringendo i giocatori a giocare in modo forsennato, col risultato prevedibile di vedere anche partite brutte e con un numero record di infortuni.

Un mondiale voluto esclusivamente per soldi, senza alcun riguardo per le migliaia di morti che si sono susseguite nel silenzio, in dieci anni.

Stadi costruiti (e che poi verranno abbattuti), utilizzando l'aria condizionata, la quale produce 3,6 milioni di tonnellate di Co2.

Si, parliamo di morti veri, che arrivando da paesi poveri non hanno ottenuto la stessa dignità, lo stesso risalto di cittadini più abbienti. Negli ultimi cinque anni sono emersi dossier inquietanti, rilanciati da diversi organi di stampa, anche in Italia, nei quali si faceva riferimento a più di 6500 morti per la costruzione delle infrastrutture.
I morti in realtà, negli ultimi dieci anni, sarebbero molti di più, come nemmeno in una guerra.
Questa però è una guerra, alla quale i tifosi guardano con rassegnazione da anni.
Milioni di persone che mettono soldi e investono tempo in uno sport che sta aumentando in modo sproporzionato il numero di impegni e persino di minuti in campo.
Senza alcun preavviso, al di là di una vecchia dichiarazione di Collina, i mondiali mettono in scena partite che ora durano anche 115 minuti e che, quando arriveranno i tempi supplementari, potrebbero durare anche due ore e mezzo.
Se si voleva inserire il tempo effettivo era sufficiente annunciarlo, diminuendo il numero di minuti, passando da 90 ad almeno 80.
L’iniziativa è bene precisarlo, è corretta. Basta con le perdite di tempo ed è vero che certe sostituzioni sono strategiche, così come in caso di gol, quando passa anche un minuto e mezzo per l’esultanza. Si proceda dunque col tempo effettivo perché così è solo una via di mezzo. Aggiungiamo che Uefa e FIFA hanno intasato i calendari con competizioni come la Conference League, Nations League, supercoppe per le nazionali, i mondiali del 2026 a 48 (quarantotto!) squadre e tra due anni partirà pure la nuova Champions, che avrà almeno quattro partite in più per ogni squadra, senza che si prenda in considerazione l’idea di diminuire il numero di formazioni nei campionati.
La follia ci trascina di peso e abitua a partite brutte e piene di infortuni, dietro al paravento del calcio che unisce i popoli e alla portata di tutti.
La Uefa è la Fifa sono diventate due aziende che mirano soprattutto al profitto con la sponda della politica e della pressione di milioni di tifosi, i quali oggi avrebbero la necessità di consorziarsi e creare un organo che faccia pesare la propria voce.
Ogni anno un tifoso spende mediamente dagli 800 e i 1000 euro ma c’è una fetta di pubblico che paga molto di più. Ci deve essere un modo per arginare questo processo

Mi perdonerete se non ho parlato di Inter. Questo articolo tuttavia la comprende, come riguarda tutti voi, tutti noi se si vuole recuperare un grammo di peso verso uno sport che si sta allontanando velocemente dai presupposti con i quali era nato.