Dieci cose su Inter-Roma (con annesso Lukaku)
Ci sono alcune cose da dire.
La prima è che Mou mente sapendo di mentire. Che c’entra Lukaku con Calhanoglu? Lukaku prenderà fischi dai tifosi dell’Inter così come Calhanoglu prende fischi dai tifosi del Milan. È normale quando ti lasci male. Figuriamoci se poi sei recidivo.
La seconda è che Tiago Pinto non ha centrato il punto: nessun tifoso dell’Inter è infastidito dal fatto che Lukaku sia andato a giocare nella Roma, ma da come se n’è andato dall’Inter. Cosa c’entrano Dzeko e Mkhitaryan? Anzi, il punto è esattamente questo: perché la maggior parte dei tifosi giallorossi non se la prende con Dzeko e Mkhitaryan anche se hanno lasciato la Roma? Perché si sono comportati da professionisti. Loro.
La terza è banale ma meglio specificare: legittimo fischiare, guai ad andare oltre, sarebbe stupito, sbagliato, scorretto. E questo è doveroso farlo capire a chi non ha abbastanza neuroni, altrimenti si rischia di passare stupidamente dalla parte de torto.
La quarta è che domani si gioca Inter-Roma, non Inter-Lukaku. Vietato dimenticarlo.
La quinta è che non esistono “altre verità”, la
scorsa estate Lukaku a mercato ampiamente avviato e dopo aver “manifestato amore” non si e fatto più trovare e, anzi, si è messo a parlare con la concorrenza. Ditemi voi se è normale.
La sesta è che il giocatore in questione era e resta un attaccante fortissimo. Micidiale. Uno che davvero è in grado di indirizzare le partite da solo. E infatti l’Inter voleva a tutti i costi portarlo a Milano, è lui che ha voltato le spalle.
La settima è che lo spogliatoio realmente ha scelto di chiudere ogni spiraglio di fronte a un eventuale (ma mai provato) ripensamento del giocatore. Probabilmente, tra l’altro, ‘sto ripensamento non c’è mai stato, anche perché nel frattempo Lautaro, Barella e compagnia avevano già sentenziato: “No, grazie, facciamo anche senza”.
L’ottava è che la Roma non è solo Lukaku, viene da un filotto di partite vinte, magari non giocando sempre benissimo, ma trattasi di rosa composta di giocatori all’altezza in ogni zona del campo. Non sarà una partita semplice a prescindere dal campione belga.
La nona è che bisogna vendicare la sconfitta - immeritata - dell’anno passato.
La decima è uguale alla terza (e poi taccio): fischiate se volete fischiare, è un diritto insindacabile, oppure mostrate indifferenza e superiorità. Stop. Andare oltre significa sconfessare l’ottimo atteggiamento avuto la passata stagione di fronte alle scempiaggini altrui, la difesa di ideali sani che è doveroso portare avanti. In più vorrebbe dire andare contro la stessa Inter, la qual cosa sarebbe davvero sciocca e imperdonabile.
Buona partita. E forza Inter.
Testata giornalistica Aut.Trib.di Milano n.160 del 27/07/2021
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