Cosa ha in più l’Inter e cosa ha in meno rispetto agli altri
In attesa del Milan, non c’è dubbio che l’Inter sia stata la migliore delle grandi, e per estensione la migliore tra tutte quelle scese in campo. Un po’ presto e un po’ poco per pensare che allora ogni paura per i nerazzurri sia bypassata, ma la prestazione contro il Genoa è stata minacciosa per il resto del campionato. Certo si può facilmente obiettare che il Genoa fosse poca cosa, smantellato e depauperato, e non si sarebbe lontani dalla realtà. Ma allora la cosa varrebbe sicuramente anche per la Juventus, contro un’Udinese monca di De Paul e Musso, o per la Roma contro una Fiorentina incompleta, o per il Napoli e la Lazio contro un Venezia e un Empoli decisamente inferiori, o per un’Atalanta contro un Torino proveniente dal rehab. E invece l’Inter senza se e senza ma ha piallato l’avversario, ancor prima che nel risultato con un gioco martellante per 80 minuti, una prestazione di quelle con cui Conte sbriciolava gli avversari, con la differenza che stavolta non c’era né l’esplosività di Hakimi, né lo strapotere di Lukaku, né la periodica giocata letale di Eriksen. Al loro posto l’applicazione di Darmian, il moto perpetuo di Calhanoglu, e il virtuoso gioco collaborativo di Dzeko.
Ma hanno potuto brillare grazie a quello che ha l’Inter in più degli altri: il gioco, l’essere campione d’Italia, la consapevolezza basata non sui valori sui carta, ma su quelli sul campo, sui quali per ora nessuno è meglio dell’Inter. Poi però sulla carta la Juve è sicuramente più forte, e avrà tempo per fare maturare sul campo questa sua superiorità. Ma è ovvio che è un Inter che gioca a memoria, per intenderci come faceva l’Inter di Benitez subito dopo quella di Mourinho: l’esempio è calzante perché quella Inter procedette d’inerzia per tutto l’anno, era talmente più forte delle altre grazie al gioco che pur senza avere un allenatore in cui credere in panchina, pure così sfiorò lo scudetto contro un Milan ben più attrezzato.
Alcuni fanno notare che questa Inter fraseggia di più rispetto a quella di Conte: non è corretto, è che semplicemente senza Lukaku avanti che ti sposta le difese, allora tutto il palleggio che già era affinato con Conte adesso è invece costretto a coprire anche gli ultimi 30 metri.
E allora cosa ha in meno l’Inter rispetto agli altri? Ha che il campionato dura 9 mesi, che l’effetto spinta con cui si comincia e di cui beneficia chi aveva finito tanto avanti, poi finisce, e che nei momenti di difficoltà che arrivano (perché prima o poi arrivano) ci si aggrappa ai giocatori che fanno reparto da solo. Quelli che l’Inter ha perso. Sempre che Lautaro ma anche Calhanoglu non salgano di un ulteriore di livello
Testata giornalistica Aut.Trib.di Milano n.160 del 27/07/2021
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