Cabal nel dimenticatoio con Palacios? E forse è meglio mettersi l'anima in pace per il nuovo attaccante
Questioni di priorità. È stata questa la via maestra imboccata, praticamente da 4 anni e mezzo a questa parte. Basta toccare la corda sensibile del mercato dell'Inter per rendersene conto, a partire da quello odierno e dal sapore estivo ormai sulla via del tramonto.
Non trattieni Audero come secondo portiere per il riscatto troppo elevato? Vagli le opzioni del caso, rilanci e scegli di fare l'investimento per il portiere del futuro con Josep Martinez dal Genoa per 13,5 milioni. Lo scorso anno hai avuto dei deficit numerici in attacco, Arnautovic compreso? Setacci le occasioni disponibili e rintracci Mehdi Taremi, prenotandolo a gennaio a costo zero (salvo l'ingaggio, ça va sans dire). Stesso discorso per Zielinski, troppo succulento da non avventarcisi come erede di Mkhitaryan. Tre semplici mosse pianificate e andate a buon fine per fortificare la rosa di Simone Inzaghi Campione d'Italia in carica.
E allora cosa manca ancora a sette giorni dalla chiusura del calciomercato? Un altro difensore, chiaramente. O meglio, un braccetto sinistro di piede mancino che possa ricoprire il ruolo di vice-Bastoni, la tiritera la conosciamo. In fin dei conti tra il progredire dell'età di Acerbi e De Vrij e l'infortunio imprevisto di Buchanan (fuori almeno fino a novembre), con una stagione ingolfata di partite (60-70), Ausilio e Marotta si sono ritrovati spalle al muro. Di più: probabilmente hanno piazzato in vetta alla lista di prime necessità proprio il nuovo centrale, dovendo rinunciare al sogno proibito Gudmundsson o più in generale alla caccia di un attaccante che potesse diversificare l'arsenale offensivo.
Ma torniamo all'affare in dirittura d'arrivo: la trattativa per Tomas Palacios sembra essere ormai alle battute finali, con Inter e Indipendiente Rivadavia (esclusivo interlocutore) a colloquio per i dettagli finali. Bonus perlopiù, in modo tale da aggiustare il tiro dell'offerta da 6,5 milioni per toccare quota 11 e accontentare il club di Mendoza. In cambio un argentino, classe 2003, che ricalca perfettamente le doti da difensore-trequartista tanto apprezzate dal tecnico di Piacenza in Bastoni. La spinta decisiva, per dovere di cronaca, è arrivata dall'uscita di Satriano al Lens e l'obbligo di riscatto esattamente per 6 milioni di euro. Insomma, così l'Inter potrà buttarsi alle spalle la breve delusione per Cabal alla Juventus.
Eppure c'è qualcosa che stona. Un lieve sentore di amarezza dalle parti di Appiano, per quella quarta/quinta punta mancante che abbia nelle vene il sangue da dribblatore seriale. Più nello specifico una pedina in più che potesse dare garanzie stabili nel corso della stagione, per via delle numerose competizioni, considerando Joaquin Correa più esubero fuori dal progetto tecnico che altro. E a lungo andare questa mancanza potrebbe diventare una macchia sul buonissimo lavoro della dirigenza, al netto delle possibilità d'azione avute. Ma un interrogativo sorge spontaneo: e se l'Inter stesse semplicemente ripercorrendo le stesse orme dello scorso anno?
Ovvero sistemare le incombenze principali per poi fiondarsi a capofitto nella programmazione per il potenziamento della rosa? Meglio ancora nel periodo più freddo dell'anno che alle volte si scalda per certe opportunità di mercato a gennaio da pescare al volo. Magari con un colpo alla Jonathan David dal Lille - in scadenza il 30 giugno 2025 -, prenotandolo a gennaio a parametro zero (vedi Taremi e Zielinski) e poi pazientare per integrarlo all'organico di Inzaghi dalla prossima estate. Altrimenti resta apertissimo il futuro di Federico Chiesa, anni luce lontano dalla Juventus e sul quale il presidente Marotta ha posato lo sguardo (attenzione all'ipotesi colpo di scena last-minute), sebbene resti un'incognita l'eventuale collocamento nel 3-5-2 di Inzaghi. Insomma, le due possibilità non vanno assolutamente scartate.
Ed è giusto ribadirlo: senza una cessione è davvero complicato aspettarsi l'ingaggio di un nuovo attaccante. Non solo per ragioni di riserve economiche ormai agli sgoccioli per l'Inter, ma anche per il tetto ingaggi. Non scordiamolo: Correa pesa 3,6 milioni netti a stagione, Arnautovic 3,5 milioni. Non proprio quattro spicci.
Testata giornalistica Aut.Trib.di Milano n.160 del 27/07/2021
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