Arrivare in Porto. Oppure affondare

Arrivare in Porto. Oppure affondare TUTTOmercatoWEB.com
sabato 11 marzo 2023, 20:45Editoriale
di Fabrizio Biasin

È tutto molto complicato. Difficile. Illogico. Ma ci tocca, funziona così. 

Andiamo tristemente ad elencare: 28 tiri nella porta avversaria, 70% di possesso palla, doppio rigore (uno sbagliato), totale e continua occupazione della metà campo altrui, gioco a tratti persino fluido, Brozovic che torna a “costruire calcio” a modo suo e così via. Risultato: 2-1 per gli avversari che non erano il City di Guardiola ma l’onestissimo Spezia di Semplici, squadra brava a resistere resistere e resistere, squadra che ha vinto anche grazie a un gol di Maldini Daniel, figlio di cotanto Paolo.  Praticamente un film di Dario Argento.

L’Inter perde l’ottava partita in campionato e di fronte a questo dato qualunque tentativo di ragionare, capire, analizzare… perde di significato. La resa in trasferta dei nerazzurri è imbarazzante, otto sconfitte sono un’enormità, al punto che la vera sorpresa non sono i potenziali 18 punti di distacco dal super Napoli capolista, semmai il fatto che la squadra sia ancora in zona Champions. 

In genere, con quel numero esagerato di ko, ti ritrovi a metà classifica se va bene. 

E allora sì, ok, evidentemente anche le altre hanno i loro problemi, ma questo interessa zero, ché una squadra con ambizioni deve badare esclusivamente al suo orticello. 

Ecco, è realmente difficile trovare qualcosa di buono in una situazione come questa, ma a tre giorni dal ritorno degli ottavi di Champions è doveroso farlo: l’Inter è una squadra difettata, ma fisicamente in salute. Corre, gioca, produce, banalmente non concretizza (la qual cosa non è un dettaglio), ma ha tutta la possibilità di affrontare il match di Porto ad armi pari. E deve riuscirci. 

Dopodiché toccherà ragionare sul campionato, sul match di domenica prossima contro la Juventus che a questo punto di venta importante tanto quanto quello di martedì. La qualificazione alla prossima Champions non è importante, è vitale, laddove “vitale” significa indispensabile per conservare campioni, obiettivi e ambizioni. 

Saranno i giorni degli attacchi a Inzaghi, legittimi ovviamente (“perché il primo rigore non lo ha tirato Lukaku?”) e arriveranno nonostante i numeri impressionanti elencati all’inizio di questa triste articolessa. 

Diciamola tutta, il mister ha un solo modo per levarsi dal guano, dal massacro mediatico e ambientale: passare il turno in Champions e battere la Juve domenica. Gli serve una doppietta affatto semplice perché le altre strade significano una cosa sola: rivoluzione.