All'Inter smetterà prima Suning di Dzeko
Se qualcuno pensa che l’Inter dopo aver perso per scelta Antonio Conte, Hakimi, Lukaku e per ragioni di salute Eriksen oggi non sia ridimensionata è fuori strada, praticamente sta sfrigolando sul guard-rail, ma se qualcun altro crede che l’Inter sia diventata di colpo una squadra da faticoso piazzamento in Europa League, altro che ciglio della strada, è già volato giù nel burrone!
So che non c’è mai equilibrio nell’analisi delle varie situazioni calcistiche, anche da parte di chi fa il mio mestiere, per carità, ma poi i sentimenti che hanno raggiunto l’acme nella vicenda Lukaku come la rabbia e l’orgoglio, giusto per citare la grande Oriana Fallaci, devono per forza lasciare il posto alla razionalità.
E in questo può e dev’essere utile soprattutto il calcio giocato, anche se finora si è trattato di amichevoli. Ed è proprio all’ultimo test, che ho visto dal vivo, che mi riferisco: Inter-Dinamo Kiev 3-0 allo stadio Brianteo, io continuo a chiamarlo così, di Monza.
Per chi non segue il calcio internazionale, l’allenatore degli ucraini Mircea Lucescu, ex-interista, ha inserito questa amichevole proprio in mezzo al brillante avvio di campionato, dove la Dinamo è prima in classifica con 9 punti in 3 gare.
Tra l’altro la Dinamo Kiev è in Champions League, in quarta fascia, come il Milan e può pure essere che l’Inter, Campione d’Italia e quindi in prima fascia, se la ritrovi nel girone.
A me è piaciuta l’Inter schierata da Simone Inzaghi, ancora con l’attacco incompleto, in un 3-5-1-1 con Sensi alle spalle di Dzeko. Su Sensi non mi esprimo più, anche se con un gol e un assist è stato insieme a Barella il migliore in campo, ma sono stufo di illudermi che non abbia più infortuni. Con lui c’è solo da incrociare le dita, perché le qualità del giocatore le conosciamo tutti, ma non riusciamo mai a vederle per almeno due settimane di fila
Mi sbilancio invece volentierissimo su Edin Dzeko, schierato ancor prima che fosse ufficializzato il suo passaggio all’Inter, a causa di beghe finanziarie risolte con la Roma proprio in extremis. A Dzeko è bastata mezz’ora per andare in gol a Monza, certamente con tutte le cautele del caso circa il calibro della partita. Ogni giorno, quelli che non hanno mai visto un allenamento in vita loro se non in Tv, mi descrivono Edin Dzeko come un vecchio senza più stimoli, ma non sono d’accordo. Che abbia cominciato la sua parabola discendente è scontato come è stupido chiedergli di colmare da solo la perdita di Lukaku, ma Dzeko resta un attaccante che ha segnato più di 300 gol nei maggiori campionati europei e, da grande professionista, perché così lo descrivono tutti coloro che l’hanno allenato, credo proprio che in Serie A possa ancora dire la sua.
So bene che i casi di Vidal e Kolarov, chilometrati più del previsto, hanno messo il popolo interista in allarme, ma per come penso io a Dzeko, o meglio per come lo pensa Simone Inzaghi in combinazione con gli altri attaccanti, chi c’è e chi deve arrivare, sono convinto che farà bene. In fondo se uno prende la classifica marcatori dell’ultimo campionato, a parte Lukaku, i goleador delle rivali come Cristiano Ronaldo e Ibrahimovic sono pure più vecchi di Dzeko. Ed il neo-acquisto del Milan Olivier Giroud ha la stessa età.
Insomma, per me Dzeko se la gioca e … se la segna!
Anzi, se proprio ve la devo dire tutta, credo che smetterà prima Suning di Dzeko all’Inter, perché secondo la mia esperienza i professionisti veri sono sempre durati più a lungo dei dilettanti allo sbaraglio.
Testata giornalistica Aut.Trib.di Milano n.160 del 27/07/2021
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