Acerbi può uscirne solo in un modo. Gudmundsson, Zirkzee & Co: un’altra punta è possibile

Acerbi può uscirne solo in un modo. Gudmundsson, Zirkzee & Co: un’altra punta è possibile TUTTOmercatoWEB.com
mercoledì 20 marzo 2024, 22:28Editoriale
di Ivan Cardia

Non sono giorni facili in casa Inter. Una stagione strepitosa per gioco e risultati è stata macchiata all’improvviso dal caso Acerbi. La toppa - le dichiarazioni in stazione - non si è limitata a essere peggio del buco, ma si può rivelare una voragine che rischia di inghiottire il resto del campionato del difensore nerazzurro. L’Inter, complice pure il cordoglio di tutto il calcio italiano per la scomparsa di Joe Barone, non ha preso la posizione ufficiale che ci si attendeva e non dovrebbe farlo, in attesa che l’inchiesta della procura federale faccia il suo corso. Una cosa è sicura: non è stato apprezzato quasi nulla della vicenda. Il vero problema, anche più di quello che è successo in campo, si sta rivelando la gestione post. 

La premessa va fatta: allo stato attuale, va provato che Acerbi abbia rivolto frasi discriminatorie all’indirizzo di Juan Jesus. Allo stesso tempo, due indizi: la decisione di Spalletti e il fatto che il brasiliano alla fine abbia chiuso la linea del dico non dico per denunciare pubblicamente. Altra cosa: nessuno pensa che Acerbi sia razzista. Proprio per questo, se le parole razziste - che non sono cose di campo, non è accettabile considerarle tali - gli sono scappate in trance agonistica, ha una sola strada per uscirne bene. Il mancato intento razzista non basta: fare un grande respiro, scusarsi davvero e accettare quello che sarà, dato che sul tema è difficile arrivino sconti. Forse è anche tardi, ma è il gesto onorevole che manca a questa storia. 

Da capire resta il futuro: Acerbi avrebbe voluto già da un po’ rinnovare il contratto con l’Inter. È uno scenario che all’improvviso diventa un po’ meno attuale, chissà che non finisca in ben altro modo. 

L’eliminazione di Madrid ha toccato l’Inter, più di quanto si potesse immaginare in una stagione che resta da incorniciare considerata la seconda stella in arrivo. In una serata sono sfumati sogni di gloria europea e, forse soprattutto, almeno 20 milioni di euro tra premi UEFA e botteghino dei quarti di finale. Così, si è passati da una grande euforia a un sottile nervosismo, percepito col Napoli anche al di là della vicenda Acerbi, che di certo non ha aiutato. Comprensibile: forse l’unico errore è aver considerato quei soldi - che alla fine, se il calcio è business non c’è nulla di male, sono la cosa più rilevante - come se fossero già in cassa.

La buona notizia è che, comunque, l’Inter vivrà l’estate in maniera leggermente diversa dalle precedenti. La deadline di maggio, legata al debito di Zhang nei confronti di Oaktree e al suo più che probabile rifinanziamento, resta lo spartiacque per decifrare il futuro, ma sul mercato non ci sarà la stessa ansia da cessioni del passato. I big potrebbero partire, questo sì, davanti a offerte non rifiutabili, ma è un discorso che vale un po’ per tutti. E, comunque, non deve partirne uno per forza: una bella differenza. Di più: in attacco, potrebbe arrivare un ulteriore rinforzo di qualità oltre a Taremi.

Andiamo con ordine. Dando per scontata la mancata conferma di Sanchez, il parco attaccanti della prossima stagione è fin troppo affollato, il primo passo sarebbe uno sfoltimento. I nodi sono due, Arnautovic e Correa. Quest’ultimo è legato al campionato del Marsiglia, il riscatto risolverebbe in partenza il problema. All’austriaco, al netto degli inevitabili elogi di Inzaghi, si cercherà una sistemazione. Quanto a Carboni, da quinta punta - o da primo trequartista - non pone grandi problemi: il tema, semmai, è che la sua permanenza andrebbe concordata in maniera chiara col tecnico, che sull’impiego dei giovani ha una case history molto ben definita. Risolti questi inghippi, da Viale della Liberazione partirebbe volentieri l’offensiva per un’eccellenza: Zirkzee costa, ma è un’opzione da tenere molto più in caldo di quanto non si pensi; Gudmundsson piace ma ma sul rapporto qualità/prezzo/concorrenza ci sono da fare delle riflessioni. Non ci sono solo loro, in ogni caso.