Interello non è un paese per giovani, Bastoni a parte. Ma i top club vincono così
Eddai, e su, siamo una squadra di vecchi. Secondo quanto comunicato dalla branca del Cies specializzat in analisi statistica del mondo pallonaro, sede a Neuchatel, Appiano Gentile – il centro sportivo Angelo Moratti specifichiamo – non è un paese per giovani. L’Inter, sissignori, ha un’età media che supera i 28 anni e, nel corso della passata stagione, non ha mai schierato un under 21. Sull’under 21 mi sentirei di eccepire, Bastoni era nella titolare della finale di Europa League e altro a memoria, ventunenne dal 13 aprile 2020 ma non importa. Quel che mi sono chiesto è stato: sì, bellissimo avere tanti giovani in campo, favoloso lanciare talenti provenienti dalla Primavera, il futuro del calcio. Che poi, diciamocela tutta, dipende anche e soprattutto dalle annate. Anche e soprattutto dalla crescita fisica e mentale dei ragazzi, ché un conto è giocare contro i tuoi pari età, un altro la serie A, la stessa serie B o, peggio ancora, l’Europa dei grandi. Mi sono chiesto, dicevo: ma le altre? Cioè, quelle che vincono, che età media hanno? Giusto per capire fin dove l’Inter fosse in ritardo rispetto a chi comanda e detta legge nei vari campionati del vecchio continente. Ebbene, tutte le vincitrici del 2020/21 viaggiano intorno ai 26 anni di media: in alcuni casi la totalità della rosa fa calare questa media, in altri la fa alzare ma poco importa. Sempre circa 26 anni, decimale più decimale meno.
Nella stagione attuale Real, Atletico, City e Bayern, giusto per citare qualche squadretta, viaggiano oltre i 27 degli 11 titolari. L’Inter, levato Samir che conta 36 primavere, nei dieci che ormai conosciamo a memoria, Skriniar-de Vrij-Bastoni-Hakimi-Barella-Brozovic-Eriksen-Perisic-Lukaku-Lautaro, raggiunge una media di 26.2, che si alza a 27 schierando Handanovic, in linea coi top club europei dunque. In fondo, a memoria, faccio fatica a ricordare una squadra giovane e vincente allo stesso tempo.
I calciatori, fenomeni a parte, completano la maturazione sportiva oltre i 25 anni, anche perché non si smette più alla soglia dei trenta, anzi: a trenta se sei forte trovi ancora ingaggi importanti in squadre altrettanto importanti, con traguardi da raggiungere e manifestazioni da vincere. Certo, mi piacerebbe tornare a Zenga, Bergomi, Baresi, Ferri e chi più ne ha più ne metta. Ma il calcio oggi è cambiato: il tifoso, quello abituato bene, non ha più pazienza. E le Società, le grandi Società, non possono aspettare l’esplosione di tizio o caio: bisogna vincere, nel minor tempo possibile. L’Inter, questa è la verità, non fa eccezione. Il resto sono interessanti statistiche, numeri che purtroppo, col palmarès, poco hanno a che fare.
Testata giornalistica Aut.Trib.di Milano n.160 del 27/07/2021
Direttore Responsabile: Lapo De Carlo
Iscritto al Registro Operatori di Comunicazione n. 18246
© 2024 linterista.it - Tutti i diritti riservati