BAR ZILLO - Troppo poco Radja. Ma almeno non ha mai baciato la maglia

BAR ZILLO - Troppo poco Radja. Ma almeno non ha mai baciato la magliaTUTTOmercatoWEB.com
© foto di Matteo Gribaudi/Image Sport
mercoledì 11 agosto 2021, 11:10Bar Zillo
di Andrea Losapio
fonte di Gabriele Borzillo

Lo so, c’è una parte del tifo nerazzurro che, per me incomprensibilmente, continua a sostenerlo. Davvero mi sfugge la motivazione ma, poiché il tifoso non è razionale, pur non condividendo, rispetto. 

Così, dopo tre anni sostanzialmente trascorsi sotto la Madonnina tra infortuni, giochi non giochi, voglia di andarsene da gennaio 2019, insoddisfazione sua e di molti tifosi della Beneamata, due gol pesanti (Juventus ed Empoli, conseguente qualificazione in Champions ma, sempre per me ovvio, troppo poco per giustificarne acquisto e ingaggio, rispettivamente 38 milioni più 4,5 netti a stagione) e altri quattro che di peso, al contrario, non è che ne abbiano avuto molto, Radja Nainggolan da Anversa, città che ultimamente non ha un buon feeling col nerazzurro, viene salutato. Con cordialità, ma viene salutato. 

E pensare che al suo arrivo si era scatenata una vera e propria festa nazionale, finalmente un numero uno chiesto e ottenuto da Luciano Spalletti sacrificando per la causa Santon (e vabbè) oltre a Zaniolo (e va mal). Il curriculum del belga recitava un ruolo importante per lui nel mondo pallonaro italico, di conseguenza la gioia dei supporter nerazzurri era giustificata. Cagliari prima e Roma poi ne avevano descritto le gesta calcistiche come quelle di un antico gladiatore, avvantaggiato dal ritrovare proprio il suo mentore in panchina, l’uomo che più di ogni altro ne aveva esaltato doti e grinta. Senza che nessuno se la prenda, ma fin da subito non è che le prestazioni dell’ex numero quattordici abbiano scaldato cuori e anime della gente interista. In più, perché la sfiga quando ci si mette ci si mette bene, mica pizza e fichi (che poi ‘sta roba di pizza e fichi…a me la focaccia calda coi fichi piace di bestia, problema delle mie papille gustative), infortunio con ripresa difficile, pressione di una piazza che non perdona nulla, a partire dai media stessi, forse anche quella voglia di strafare che inevitabilmente ti porta a toppare cercando sempre le soluzioni più complicate invece del giocar semplice. Aggiungiamoci la probabile poca simpatia calcistica di Antonio Conte nei suoi confronti e il gioco è fatto.

Professionista, poco di più. E il ritorno a Cagliari ne ha sancito, definitivamente, l’allontanamento dal mondo nerazzurro. La cosa, gol contro l’Empoli a parte, che ricordo volentieri di lui sono stati i complimenti, sinceri, verso i suoi (ex) compagni di squadra alla vittoria dello scudetto. Chapeau.

Poi però parlano, purtroppo, i numeri: 46 presenze tra campionato e Champions, 8 gol, 3 assist, 2.773 minuti giocati. Troppo poco, in tutto. 

Ma, se non altro, almeno la maglia non l’ha mai baciata né adoperata a mo’ di bandiera.

Ciao Radja.