BAR ZILLO - Niente più pazza Inter, ma delle hit parade non ci importa
Va bene, d’accordo, abbiamo capito tutti che l’Inter non è pazza, ha raggiunto la sua maturità, è compatta e amalgamata, quando è in vantaggio diventa difficile recuperarla, più passa il tempo più l’affiatamento tra quei tre dietro si fortifica. Non è una novità per Antonio Conte, da Torino in poi la difesa è il biglietto da visita del tecnico di Lecce, vecchia scuola che meno se ne prendono più possibilità si ha di vincere. Quindi, dicevamo, abbiamo capito di non essere più pazzi – ogni tanto per me continuiamo ad esserlo, è insito nel D.N.A. nerazzurro – e, di conseguenza, anche il vecchio inno deve inchinarsi al nuovo corso, sottostare all’input proveniente dai piani alti.
Niente più pazzia, niente più pazza Inter. Alla fine musicalmente non dispiaceva a nessuno, bel ritmo, orecchiabile, da cantare indifferentemente sotto la doccia o al volante, se poi non ti vede nessuno meglio. E vuoi mettere il nerasuuurii di Saverio, del Cuchu, del Principe del Bernal, di Walter, della colonia argentina insomma. Comunque, poiché ubi maior minor cessat, mettiamo la pazza Inter in naftalina. Niente più balli di gruppo al Meazza, insomma. La nuova proposta si chiama “C’è solo l’Inter”, composta da Graziano Romani ed Elio. Qui il ritmo non esiste, si viaggia più sul coro da stadio anglosassone, con similitudine di modi e tempi. Qui si privilegia il testo che, indubitabilmente, attrae e colpisce il tifoso nerazzurro: “E mi torna ancora in mente l'avvocato Prisco, Lui diceva che la serie A è nel nostro DNA, io non rubo il campionato ed in serie B non son mai stato” è la strofa più gettonata, quella che maggiormente incarna l’Inter e l’interismo.
Io non so se vi sia mai capitato di andare al Meazza e sentire la voce di 70.000 tifosi intonare questa canzone. Soprattutto, io non so se vi sia mai capitato di essere lì e, mentre la musica magicamente scompare, la voce di un popolo, all’unisono, ricorda a tutti quanti che siamo interisti, fieri di esserlo, altro che minchiate. Ora in pensione ci andrà anche Elio, insieme a Graziano. Il nuovo inno, raccontano, tornerà a essere un ballabile: Povia, Max Pezzali con Cecchetto, piacerebbe esserci anche a me ma non suono nemmeno lo scacciapensieri quindi mi tolgo dall’agone. Interessa poco, son sincero, chi sarà a cantarlo: voglio, anzi pretendo, che mi faccia vivere emozioni e sensazioni uniche, che possa raccontare l’Inter, i suoi tifosi, la sua storia. Della hit parade non me ne frega nulla.
Testata giornalistica Aut.Trib.di Milano n.160 del 27/07/2021
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