BAR ZILLO - Inter, diamo i numeri
Che l'Inter stia attraversando un periodo non particolarmente florido non ci vuole un analista pluri laureato con tanto di master: è sufficiente leggere i risultati e fare due conti. Nonostante tutto, nonostante la crisi presunta o vera, lo vedremo con la Roma di Mou - partita da vincere senza se e senza ma, altrimenti sai quale putiferio si scatena intorno alla Beneamata – i nerazzurri possono contare sullo stesso numero di punti della seconda Inter contiana, quella che si cucì il diciannovesimo sulle maglie giusto per intenderci. Esistono classifiche e dati, oggettivi, non leggibili a seconda del lato più gradevole o conveniente, che raccontano di una squadra da prime, primissime posizioni: per chilometri percorsi, tiri verso la porta avversaria, possesso palla o cross, tanto per citarne alcune.
Tutto maledettamente vero, tutto facilmente smontabile con semplici ragionamenti. Eh ma l’Inter corre: certo, corre, a cinque all’ora e, già che ci siamo, pure male. Magari gli altri lo fanno meno, peccato lo facciano meglio e con una velocità di crociera maggiore. Classifica o non classifica alla mano non interessano i chilometri percorsi, casomai interessa come li percorri. E così per tutto il resto. Insomma, l’Inter fa un po’ di tutto a buoni livelli ma lo fa decisamente male. Però, senza spargere troppo la voce, cerchiamo di trovare un dato positivo in mezzo al tafazzismo dilagante nella tifoseria del cielo e della notte, a ben vedere stavolta con qualche ragione. L’Inter ha dodici punti, gli stessi dell’Inter che vinse lo scudetto come abbiamo ricordato: e li ha, oltretutto, giocando male. Spezia a parte, nelle altre gare hai sempre fatto una gran fatica, cominciando da Lecce e finendo col Toro. Ricordo qualche parata importante, qualche gol divorato dagli avversari da metri zero, magari zero no, cinque o sei senza ombra di dubbio, troppi balbettii e, soprattutto, una perenne ansia nel recupero delle seconde palle, per non parlare dei mille mila duelli aerei perduti.
Eppure, dicevamo, eppure nonostante i brutti segnali, il gioco poco scintillante, eufemismo allo stato puro, una tangibile difficoltà sulla corsa e la grinta da mettere in campo, eppure i ragazzi sono ancora lì, nel gruppone che insegue la strana trizeta atomica in testa alla classifica. Allora cerchiamo di leggerla con maggiore positività: poiché non penso sia possibile fare peggio di così beh, personalmente sottolineo, i ragazzi di Simone potranno solo crescere. E, crescendo, torneremo a levarci belle soddisfazioni. Non è complicato, basta crederci.
Alla prossima.
Testata giornalistica Aut.Trib.di Milano n.160 del 27/07/2021
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