BAR ZILLO - Fuori la cattiveria
Il trittico è finito ma già oggi se ne apre uno altrettanto importante per portarci al derby del 7 novembre. Lazio, Sheriff e Juventus hanno raccontato Inter diverse eppure tanto uguali da sembrare fotocopie l’una dell’altra.
A Roma il famoso movimento congruo di Alessandro Bastoni ha consentito agli avversari di pareggiare: poi, sprecata l’ennesima occasione con Lautaro, becchi gol stile torneo dei lidi ferraresi e perdi la famosa trebisonda, città turca che racchiude un modo di dire troppo lungo da spiegare e assolutamente fuori tema col pallone. Oltre alla trebisonda, perdi pure la partita senza manco averlo meritato. E vabbè, episodio, riprendiamoci veloci per lo Sheriff. Tanto spauracchio, buona squadra domata alla distanza con qualche patema di troppo e nulla più.
Anche contro la Juventus, al netto del fallo/non fallo di Dumfries (per me è sempre fallo in questo calcio, un tempo interventi così manco se li filavano), stavi arrivando in porto coi tre punti in saccoccia. Giocando bene, perché la prestazione è stata discretamente buona, ma concludendo poco e tenendo sempre in vita la partita.
Questo è il problema reale di un’Inter bella, a tratti molto bella, capace di far girare il pallone come pochi altri in serie A: chiudere le partite. Ci sei riuscito contro i moldavi, e grazie diranno molti anche se non era facile, soprattutto mentalmente, avendo tutto da perdere e nulla da guadagnare se non fare il tuo, fallendo sia con la Lazio che coi bianconeri. Il tutto, sia ben chiaro, ma proprio bene, con l’inerzia della partita in pugno, in pieno controllo, e l’avversario di turno a capirci poco quando non nulla.
Empoli è l’inizio del nuovo ciclo: squadra fastidiosa, capace di alternare prestazioni inspiegabili ad altre di alto, a volte altissimo, livello, allenata da un signore che forse nessuno chiama Maestro ma capace eccome di dare identità ai propri ragazzi, Aurelio Andreazzoli. Poi Udinese, con la quale chiunque, davvero chiunque, gioca male. Fisici, arcigni, atletici, complessi da battere. Il ritorno in Moldavia, crocevia della Champions nerazzurra, non si deve sbagliare.
Senza correre, un passo alla volta.
C’è Empoli. Fuori la cattiveria agonistica e ricominciamo.
Stavolta sul serio.
Testata giornalistica Aut.Trib.di Milano n.160 del 27/07/2021
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