BAR ZILLO - Alla ricerca dell'equilibrio perduto
No, sinceramente non sono per nulla preoccupato di questo inizio stagione nerazzurro. Anzi, non vedo il benché minimo motivo per essere preoccupati. Squadra nuova, diversa – aggiungerei completamente diversa – da quella del campionato trionfale, cinque da inserire cinque, guida tecnica nuova che NON gioca come chi l’ha preceduta: perciò direi che ci sta un po’ di assestamento. Ma giusto un filo eh? Vorrei proprio conoscere l’allenatore a cui consegnano, lui nuovo della piazza e dell’ambiente, una formazione alla quale mancano diversi tasselli, mica roba da poco, tre profili di livello mondiale, non rionale, e parte pronti via collezionando otto vittorie su otto in campionato, nove punti in Champions, gioco scintillante, un mare di certezze su cui fondarsi. Beh, mi e vi rispondo in un solo modo: non esiste. Ma proprio manco nei sogni più belli, rosei, felici. Poi, se vogliamo raccontarci le favolette allora raccontiamocele pure, peccato non rappresentino la realtà. Capiterà, perché capiterà ancora, di passare da momenti di totale euforia pallonara, leggasi ad esempio i primi sessanta minuti di Roma o i settanta col Madrid, a drammi calcistici con relativa sconfitta o pareggio, sono pronto a scommetterci: perlomeno, mi auguro, fino a Natale. Anzi, facciamo fine gennaio, mi sembra più consono e adeguato all’attualità.
Oggi l’Inter è un cantiere aperto: Simone Inzaghi prosegue sulla traccia di Antonio da Lecce ma non gioca nello stesso modo per una semplice ragione. NON ha gli uomini per poterlo fare. Non ha il centravanti che parte solo palla al piede e va via di potenza. Non ha l’esterno che corre come un fulmine tagliando le difese avversarie stile coltello caldo nel burro. Non ha il cervello da affiancare a Brozovic, oltretutto un uomo di rara intelligenza calcistica e tuttocampista come Eriksen, in modo da poter uscire da qualsiasi situazione critica con la consapevolezza della propria forza.
Simone deve ripartire. Da uomini nuovi, situazioni nuove, motivazioni nuove, nuovi obbiettivi. Questa è la vera scommessa del tecnico piacentino. Lo scudetto? Non sarà una passeggiata di salute sul modello dello scorso campionato, non potrebbe esserlo nemmeno con qualcun altro seduto in panchina, però è obbligo crederci e lottare. L’Inter non ha bisogno di chissà che o chissà cosa: ha bisogno di un centrocampista capace di dare equilibrio. Ecco, il Sensi che sta bene riconsegnerebbe a Inzaghi e ai tifosi una squadra completa e compatta.
Alla prossima.
Testata giornalistica Aut.Trib.di Milano n.160 del 27/07/2021
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