Roma, Mancini: "Pio Esposito ragazzo umile e lavoratore. Spalletti? Mi rodeva non essere chiamato"

In Nazionale ha visto anche la crescita di Pio Esposito. Come vanno gestiti oggi i giovani?
"All’estero i giovani hanno meno responsabilità a livello ambientale, mediatico. Bisogna dargli la possibilità di sbagliare, qui invece ti esaltano dopo un gol e ti ammazzano se sbagli. Un adulto capisce il gioco, un giovane può soffrirne. Pio è un ragazzo umile, un lavoratore. Sembra un giovane vecchio".
Con Spalletti cosa è successo? Dopo l’Europeo lei è rimasto a casa...
"Niente, mai una discussione. Un giocatore può piacere ad un allenatore e meno ad un altro. Io quando vengo chiamato corro, se sto a casa faccio il tifo. Mi rodeva, non ero felice, ma ho sempre rispettato le decisioni. Il mister ha fatto altre scelte".
Cosa è cambiato da lui a Gattuso?
"Con Gattuso c’è stata subito la sensazione di non poter sbagliare nulla, ma anche grande voglia di stare insieme, con serenità. Spalletti, come ha detto pure lui, cercava di farci capire cosa voleva, con tanti concetti. Ma il gruppo è stato sempre sano".
Il Mondiale non si può fallire...
"Non voglio neanche pensare ad un esito diverso. Abbiamo tempo per capire cosa vuole il mister, ci dobbiamo arrivare consapevoli che è il terzo playoff che facciamo in otto anni. Basta chiacchiere, ora deve parlare il campo".
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