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Contropagelle da Scudetto. Grazie a Suning, ma 10- per Marotta

CAMPIONI D'ITALIA - Contropagelle da Scudetto. Grazie a Suning, ma 10- per MarottaTUTTOmercatoWEB.com
© foto di Matteo Gribaudi/Image Sport
domenica 2 maggio 2021, 23:00Primo piano
di Andrea Losapio

CONTROPAGELLE

HANDANOVIC: accanto a prestazioni eccezionali sfodera qualche paperozza modello Gialappa. È l’indiscusso inventore della parata laser, quella per cui devii la direzione della palla con la sola imposizione dello sguardo. Io ci voglio bene al Samir. 8

SKRINIAR: siore e siori ecco a Voi il degno erede di Walter “the wall” Samuel. Il ragazzo arriva dalla Samp tra pernacchie e gomitatine (mi sono segnato tutto), esplode nella linea a 4, arriva Antò e lo mette a 3, soffre la presenza di Godin, perde il posto, lo mettono sul mercato, lui resta per forza, si applica e diventa il più bravo della classe. Imperiale. 10

De VRIJ: il nonno della linea difensiva con i suoi 29 anni suonati, ventinove mica pochi. Mica trentadue o trentatré come altri. Giunto a parametro zero è insostituibile. Non quella roba per dire insostituibile: no, proprio insostituibile. Poi suona il piano. Direttore d’orchestra. 9

BASTONI: giovane, giovanissimo, macosacazzolavetepresoafareahahahahtrentamilioni, dai, leggetelo d’un fiato, grande tecnica, grande visione di gioco, classe sopraffina, eleganza che manco Lord Brummel. Adesso, se lo vogliono, si parte da ottanta. Peccato non sia in vendita. Predestinato. 8,5

HAKIMI: che mi ricordo anche di chi lo aveva definito pippone. Sì, giurin giuretta, un pippone, sola del Real rifilata a tanti milioni. Quando parte viaggia più del frecciarossa, anche di Italo così nessuno ha da dire. Antò gli sta facendo imparare pure la fase difensiva. Cabbiamolesternoperiprossimidiecianni. 8,5

BARELLA: grandi esperti a sindacare sui 40 (quaranta) dicansi 40 (quaranta) milioni. Ma lo avete visto, mi chiedo? LO AVETE VISTO? Uno dei centrocampisti più completi d’Europa. Imbarazzante la facilità di corsa, dribbling e tiro. Imbarazzante. Gentiles. 9,5

BROZOVIC: non finirò mai di ringraziare Luciano Spalletti che andò a recuperarlo a Linate (la storia è vera, mica una leggenda metropolitana). Ogni tanto ti fa incazzare, ogni tanto sembra sia lì nel mezzo per farti un favore. Ma corre per tutti, ha inventato il coccodrillo e cazzeggia su instagram. Imprescindibile. 9

ERIKSEN: preso, messo nell’angolo che non si adatta, impatto devastante nel mondo Inter. Ma Christian, già sistemato sul mercato dalla dirigenza (unica pecca di Marotta in un’annata spaziale), non si abbatte. Capisce cosa chiede l’allenatore, si mette a disposizione, si reinventa, rincorre anche l’avversario, sempre con classe e aplomb, senza lesinare qualche calcione di tanto in tanto. Gentleman. 9

PERISIC: come il suo connazionale (sono vice campioni del mondo in carica, mica due presi davanti allo stadio mettiti la maglia e vai in campo) quando non ha voglia ti viene che vorresti essere tu l’allenatore per sostituirlo. Ivan è uno dei pochi a saltare l’uomo, creare la famosa superiorità senza disdegnare la porta avversaria. E non da tutti, a 32 anni, rimettersi in gioco. Tuttofascia. 8,5

LAUTARO: cosa vuoi dire a questo ragazzino? Neanche 24 anni, alla seconda stagione da protagonista, proveniente dall’altra parte del mondo, devastante nell’uno contro uno, tira da fuori, da dentro, di testa, al volo, in qualsiasi maniera. Ha le stimmate del campione, deve imparare a gestirsi sotto porta ma per questo quale miglior allenatore di Antò? Diamante, a tratti grezzo. 9

LUKAKU: fa tutto. Questo ragazzo varrà 80 milioni? Li vale, azz se li vale. Anche di più se per quello. È l’ancora di salvezza della squadra: non sai cosa fare? Palla a Romelu. Si riparte? Palla a Romelu. Calcio d’angolo per gli avversari? Torna Romelu. Segna e fa segnare. Con giovanotto argentino forma una delle coppie gol più forti del mondo. Gigantesco. 10

SANCHEZ: non è più il cecchino di qualche stagione fa. Oggi è un tuttofare della linea avanzata: l’allenatore, quando lo mette in campo, gli dice “vai e fai casino”. E lui fa casino. Si muove a destra e a sinistra, va incontro al pallone, lo vuole, lo smista. Conte lo ha elogiato pubblicamente: tanta roba. La classe non si discute. Cristallino. 8

GAGLIARDINI: Roberto è uno di quelli che piace al tecnico leccese. Sta nel mezzo, sempre lì, prende botte, ne distribuisce random, ‘ndo cojo cojo, difetta nella velocità d’esecuzione e in accelerazione. Ecco, il suo limite è il poco dinamismo. Statuario. 7

VIDAL: siamo sinceri, senza girarci troppo intorno. Io mi aspettavo molto di più no, non di più, molto di più. Inspiegabile la reazione col Real, il fallo da rigore nel derby, qualche altra perla disinvoltamente distribuita. In qualche occasione il vecchio Vidal si è visto, Madrid, Roma e poco altro. Ma da lui pretendi, era l’Everest del mercato. Poi ci si è messo pure il ginocchio a fare le bizze…Discontinuo. 6,5

DARMIAN: arriva l’ultimo giorno di mercato, tifoseria nerazzurra col naso storto (io non è che facessi la ola, sono onesto), si mette a disposizione nell’indifferenza generale più che diffidenza. Conquista il pubblico sfoderando prestazioni di alto livello, mai una lamentela o una frase sopra le righe. Soldato Ryan. 8,5

D’AMBROSIO: appartiene a una categoria in via d’estinzione: il terzino che segna solo gol pesanti. Veterano dello spogliatoio, scudiero di Antonio Conte, portafortuna dei tifosi. SiamotuttiDanilo. 8,5

RANOCCHIA: oh cazz…c’è Ranocchia in formazione. Ecco, io invece se c’è Ranocchia in formazione mi sento tranquillo. In questa stagione non ha sbagliato una presenza, sempre attento, sempre sul pezzo, professionista imprescindibile, a tutto tondo. Senatore. 8,5

SENSI: gioca, non gioca, gioca, non gioca. La stagione di Stefano Sensi equivale a sfogliare i petali di una margherita. Tanto, troppo tempo fuori dai radar, sempre atteso e poco presente. Nel finale sembra essersi ripreso, sarebbe il miglior acquisto per la stagione che verrà. Riapparso. 6,5

YOUNG: non ha iniziato bene, diciamo che certe dichiarazioni su rientri in patria poteva pure risparmiarseli? Utilizzato, nelle prime uscite ha stentato parecchio. Però Ashley è un signor professionista, si è rimesso in carreggiata e ha sfoderato prestazioni di livello. Usato garantito. 7

KOLAROV: spiace davvero non averlo mai visto. Anche in campo. Verrà salutato senza ripensamenti. 6, di stima.

PADELLI, RADU e PINAMONTI: mai scesi in campo, forse Pinamonti qualche minuto. Però, in un gruppo, servono anche compagni che ti incitano, pur non giocando, e sentono, come loro, il senso di appartenenza. Grazie. 7

PINTUS: preparatore pazzesco, il braccio di Antò. Infortuni ridotti al minimo, praticamente senza preparazione e senza soluzione di continuità. 9

LELE ORIALI: figura silente con peso specifico impressionante. Come con Mou, al fianco del Mister in ogni situazione, in ogni battaglia, senza fronzoli e con tanta sostanza. Bandiera. 10

ANTONIO CONTE: comincia, siamo sinceri dai, male. L’Inter non decolla, ci cacciano dal girone di Champions. Ma, proprio sull’orlo del baratro, esce prepotente la personalità e il carisma di Antò, che non me ne frega un cazzo di quanto guadagna. Cementa il gruppo, deve cambiare modo di stare in campo e lo fa, si trasforma da frate trappista mogio delle prime conferenze stampa nella macchina infernale che volevamo tutti noi tifosi. Comandante. 9,5

MAROTTA: ha tenuto in piedi la Società. È stato la Società, nei momenti bui dell’eliminazione, quando tutto sembrava nero, quando la proprietà era in Cina con problemi gravi da risolvere. Lui c’era. Sempre. Un grande dirigente, il migliore. Alla faccia di quelli che…viene dalla Juve per affossarci. Sì, in effetti ci ha affossati. 10-, il meno per l’uscita intempestiva su Eriksen a gennaio.

SUNING: sì, voglio dare un voto anche a Suning. Sono arrivati trovando macerie, una squadra da quinto/sesto posto, giocatori discreti e poco più, qualcuno. Hanno speso, investito, Steven l’ha davvero presa a cuore l’Inter, mica per dire. Poi ci si è messa la pandemia, mentre stavamo crescendo economicamente. È stata dura, vedremo come finirà, ma non sento proprio di mettere la Proprietà nell’angolo dei cattivi, anzi. Anche perché questi giocatori non li ho portati io, e nemmeno le cordate immaginarie per adesso. Li hanno presi loro, prima Proprietà straniera nella storia del calcio italiano a vincere uno scudetto. Grazie. 9,5