Bonny: "Inter, era destino. Devo tantissimo a Chivu, in attacco possiamo giocare tutti insieme"

Bonny: "Inter, era destino. Devo tantissimo a Chivu, in attacco possiamo giocare tutti insieme"TUTTOmercatoWEB.com
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Oggi alle 08:00Rassegna Stampa
di Marco Lavatelli

Ange-Yoan Bonny è stato intervistato dalla Gazzetta dello Sport per parlare del suo primo mese all'Inter: "Ci siamo preparati come si deve. Le amichevoli mi sono servite per iniziare a capire come la squadra giochi, in cosa io possa essere più utile e che cosa i compagni si aspettino da me. Gran parte del gruppo si conosceva da anni, ma anche noi nuovi ci stiamo adattando bene: la preparazione è stata dura, ma le gambe iniziano a girare...". 

Allora è vero che avete faticato così tanto? 

"Sì, è stata bella tosta: l’intensità degli allenamenti è la cosa che mi ha colpito di più, ma è necessaria. Ti accorgi che stai mettendo benzina nel serbatoio e che ti servirà dopo. Visti gli obiettivi davanti, una squadra come l’Inter deve essere pronta a giocare tante partite e non lascia indietro niente". 

Come valuta questo primo mese nerazzurro? 

"È stato di adattamento, scoperta, anche fatica, ma tutto davvero bello. Sono arrivato in un mondo completamente nuovo, ma i compagni mi hanno accolto come fossi un loro... fratellino. Dovrei elencarli tutti perché, insieme, fanno sentire un'atmosfera quasi familiare". 

Il capofamiglia è Chivu: contento di ritrovarlo? 

"Il rapporto con lui non è cambiato, è lo stesso mister di Parma, a un livello più alto, ma con uguali qualità. È diretto, esigente, onesto. Sono molto contento di averlo incrociato al momento giusto della carriera: gli devo tantissimo, se sono qua è anche merito suo. Ora sono molto carico e cercherò di prendere il mio spazio perché questo è solo l’inizio. Ma questo inizio mi piace...".

È vero che ha rifiutato altre big per l’Inter?

"Diverse squadre mi volevano ma non ho avuto dubbi: quando l’Inter ti cerca, non ci pensi due volte. Questa squadra era ciò che chiedevo, qui volevo vivere il mio sogno da bambino. Appena firmato, ho messo sui social una foto fatta da piccolo in nerazzurro: era destino... Quella era la prima maglia da calcio comprata da mamma a sei anni, ci sono legato per la vita. E poi questo è un club molto francese, visti i campioni che ha avuto". 

Sui 23 milioni

"Sono solo numeri, non devono pesare. Ho tantissimo da migliorare, in due cose in particolare: la freddezza sotto porta, perché devo segnare di più, e anche il gioco aereo. Lautaro e Thuram? Li studio, cerco di capire le sfumature, il modo in cui si muovono, con o senza palla, lo faccio per provare un giorno ad avvicinarmi al loro livello: adesso sono molto lontano. Sia Lautaro che Thuram mi hanno detto due semplici cose, da fratelli maggiori: la prima, 'divertiti'. La seconda, 'cerca sempre la porta', perché siamo attaccanti e veniamo valutati anche sui gol che facciamo".

In un attacco così, dove preferirebbe giocare? 

"Qui tutti possiamo giocare con tutti. Perfino tutti insieme, perché no? A me piace fare la seconda punta e posso fare anche il centravanti, se servisse. Ma mi trovo bene anche partendo da dietro. Il fatto di aver fatto per anni il centrocampista nelle giovanili mi aiuta a leggere le situazioni sulla trequarti e a capire i movimenti degli altri".