Marani: "Giornata della memoria, non dimentichiamo l'orrore. Anche il calcio perse molti protagonisti"

Marani: "Giornata della memoria, non dimentichiamo l'orrore. Anche il calcio perse molti protagonisti"TUTTOmercatoWEB.com
venerdì 27 gennaio 2023, 18:22News
di Marco Corradi

Nel suo editoriale per Tuttosport, Matteo Marani invita a non dimenticarsi della Giornata della Memoria contro l'Olocausto, che ricorre proprio quest'oggi: "Oggi è il giorno della memoria. È stato scelto il 27 gennaio perché fu quello il giorno, del 1945, in cui le truppe sovietiche entrarono nel campo di Auschwitz-Birkenau, il principale e più famoso dei centri di sterminio partoriti dalla follia del nazismo. Ciò che videro gli occhi dei soldati dell’Armata Rossa ha assunto molti nomi: genocidio, olocausto. Shoah in ebraico significa tempesta devastante. Tale fu ciò che accadde dal 1940 al 1945 nel cuore dell’Europa. Se il 27 gennaio 1945 fu la fine del tutto, l’inizio era cominciato quasi dieci anni prima. E lo sport, come sempre nelle cose della vita e della storia, non era rimasto fuori. La salita al potere di Hitler in Germania nel 1933 rappresentava l’ovvio snodo dell’antisemitismo moderno. La notte dei cristalli, i primi e fortissimi provvedimenti contro gli ebrei, assieme all’esaltazione dell’arianità portata in luce anche nelle Olimpiadi del 1936. L’escalation non si fermò, anzi arrivò rapidamente ai Paesi vicini. L’Italia, fino a quel tempo non solo lontana dalla persecuzione, ma addirittura con molti ebrei eroi del Risorgimento e fascisti della prima ora, dal 1938 decise di dichiararsi contro i “deicidi” e di perseguitarli con
una legislazione feroce. Arrivarono l’informativa numero 14 del febbraio ‘38, il Manifesto sulla Razza, soprattutto le prime leggi antiebraiche varate dal governo Mussolini nel settembre di quello stesso anno. Colpirono gli studenti ebrei e gli ebrei stranieri, fra questi allenatori come Weisz ed Erbstein costretti a lasciare presto il Paese. Il 1938 costituì infatti il momento più cupo nella storia del fascismo e di tutto il Novecento italiano".

Marani ricorda anche i numerosi atleti e/o allenatori scomparsi, tra cui spicca un ex tecnico dell'Inter: "Ad Auschwitz morirono diversi atleti. Alcuni famosissimi come Arpad Weisz, allenatore dell’Inter e del Bologna negli Anni 30, vincitore di tre scudetti nel nostro campionato, altri meno noti, ma i cui nomi compaiono oggi nel lungo elenco dello Yad Vashem. Nei campi di sterminio morì il pugile Leone Efrati, costretto a combattere per il divertimento delle guardie, e sempre nei campi polacchi persero la vita i calciatori dell’Ajax, gli atleti francesi, diversi allenatori ungheresi. Per fortuna ebbe salva la vita Egri Erbstein, l’uomo che grazie all’umanità di Ferruccio Novo, riuscì a riparare in Ungheria e salvarsi. Nel Dopoguerra avrebbe scritto, proprio lui, la leggenda del Grande Torino".