L'Inter non può prescindere dal rischio. Tanto vale che sia calcolato
Accettare il rischio, il duello individuale, è scritto nel dna dell'Inter. Un dato ormai assodato, incontrovertibile. Un elemento di rottura con gli ultimi mesi contiani, ma dal quale occorre inevitabilmente ripartire.
Se dal rischio non si può prescindere, tanto vale che sia calcolato. Lo è stato stasera, contro uno Sheriff che si è dovuto arrendere alla pioggia di palle gol generate da Dzeko (questa sera sontuoso) e compagnia. La ricerca dell'equilibrio prosegue, e di certo non ha ancora raggiunto la sua dimensione ideale, ma quello di questa sera può essere un primo significativo step in questa direzione.
L'Inter non si è snaturata, ha mantenuto alto il baricentro contro una squadra specialista in ripartenze. Che non sono mancate, nemmeno stasera, così come la capacità dei nerazzurri di non disunirsi, di tamponare le falle con una compattezza perfettibile ma comunque migliore di quella mostrata a Roma.
Un passo avanti. Nel gioco, e nei più profani calcoli matematici: il primo posto, presidiato ancora dallo Sheriff e dal Real Madrid, dista ora due lunghezze. Vincere le prossime due metterebbe in ghiaccio il discorso qualificazione. In Champions, dove tutto è volubile e mutevole, basta davvero poco per trasformare un miraggio in meta accessibile: l'augurio è che, da quest'anno, gli ottavi possano non essere più un tabù.
Testata giornalistica Aut.Trib.di Milano n.160 del 27/07/2021
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